Montenegro

Sophia Loren un giorno disse: “it is just as if I have returned to town from the most beautiful fairytale of my childhood” (“è come se fossi tornata in città dalla più bella favola della mia infanzia”). Sembra l’inizio di una dolcissima storia di fate e regine, gnomi e carrozze, mangia fuochi e cantastorie. La fantasia si tinge di case con il tetto di terracotta su pareti argentate, le finestre di marzapane celano sguardi maliziosi….noblesse oblige! Un bigne’ ripieno, un cirro di panna nel mare dalle mille sfumature di smeraldo, l’isola magica, l’isola dei sogni d’infanzia, l’isola che ….c’è. Perché Sveti Stefan esiste, è un reame incantato nel cuore pulsante del Montenegro.

 

Aman Sveti Stefan è un insediamento “rustico” (dando un senso molto nobile al termine) il cui impatto emotivo è così forte che ti fa sprofondare nella storia: eccoli i galeoni dei pirati che lasciano le tracce dei loro ripetuti passaggi su questi litorali. Siamo nel XV secolo e la tribù Pastrovic sottrae ai turchi alcuni dei loro tesori e vive qui. Le generazioni successive sono pescatori che vivono dentro queste meravigliose fortificazioni come in un sogno, che svanisce quando la seconda guerra mondiale decima la popolazione. Ma per il borgo dei borghi è prevista una seconda vita: diventa così una meta turistica di lusso!

Un luogo per pochi eletti che si possono permettere passeggiate tra i vicoli stretti dove riecheggia il rumore metallico delle spade in combattimento, dove i profumi che salgono dal mare si intrecciano ai muri ancora impregnati dei canti dei pescatori che rientrano dopo una giornata di pesca. Trentadue ettari di terreno, un microcosmo di pace e bellezza, collegato alla terraferma da un ponte dove immagineresti di veder transitare una carrozza d’oro, un ponte accessibile solo a chi si può permettere una vera vacanza da sogno, tra stucchi e travi lignei di rovere locale, una grande bolla di sapone dove cromatismi di colore dipingono anche l’aria regale che si respira. La vista spazia, tra i 360 gradi di cinquanta sfumature di verde ed azzurro di quel dolcissimo mar Adriatico che pavoneggia intorno, al profumo di olive e pinoli che il vento trasporta : il promontorio di fronte è punterellato da pini ed ulivi, così maestosi e timidi, pronti ad accogliere il viandante sperso in mezzo a cotanta beltà.

 


 

I comuni mortali che non possono pagare da 1600€ in su (molto in su in alta stagione) di una camera nel borgo dei sogni, possono comunque gioire della bellezza esterna del luogo. Di fronte al miraggio, al magico involucro che splende di luce propria, la spiaggia è aperta a tutti e si divide in due parti:  a destra si pagano 100€ al giorno per due lettini e un ombrellone. A sinistra 50€ per la prima fila per finire con 30€ al giorno in ultima fila!

 

 



 

Ma il sogno continua. Se prendete la via verso Budva, percorrerete un’altra fiaba: pini ed ulivi lasciano spazio a scorci spettacolari, compresa la stupefacente  “spiaggia del re” o spiaggia Miločer dove si trova appunto Villa Miločer, una storica villa, costruita nel 1934 per la famiglia reale serba Karadordevic. Anche la splendida villa neoclassica appartiene all’Aman Sveti Stefan, per quei pochi eletti che preferiscono restare sulla terraferma

 

Alle sue spalle un promontorio dalle mille sfumature di verde, davanti una caletta dalla sabbia rossastra. Due lettini ed un ombrellone costano 120€ al giorno, ma non dimenticate che con il vostro racconto farete sognare anche gli altri, perché qui il tramonto gioca a nascondino: un quadro perfetto!

La camminata nella favola continua, con qualche sosta e sguardo all’indietro, per continuare a spiare da angoli diversi l’accurato restauro del borgo medievale  Aman Sveti Stefan, in mare.

 

Prima di lasciare Sveti Stefan non posso non parlare di un’ottimo ristorante (che ha anche camere con vista sul borgo dei borghi) che propone delizie locali, il Drago Restaurant. Il menù è un trionfo per tutti i palati: dal pesce freschissimo all’incredibile maialino arrosto, alla grigliata sia di pesce che di carne.

Il paradiso dei silenti pochi eletti si allontana lentamente ed anche l’odore di resina e olive diventa sempre più sottile,fino a quando l’esplosione di grida gioiose irrompe improvviso: Budva è una stazione balneare presa d’assalto da famiglie e giovani modaioli che vogliono vedere l’alba dopo una notte all’insegna della musica e del divertimento. Naturalmente super affollata, ma d’altra parte, siamo in pieno agosto!

 


Si parte, con la curiosità di vedere un altro angolo di questo paese. Il Montenegro è uno dei pochi angoli d’Europa la cui bellezza è ancora inviolata, ed è affascinante attraversare con l’autobus queste montagne che salgono verso il cielo o scendono verso il mare con una vista dalle mille sfaccettature. Lo spirito è rifocillato!

Una dolce leggenda narra che durante la peste del XIV secolo i gatti sterminarono i topi, portatori di ulteriori malattie: la loro gloriosa opera potrebbe essere all’origine di tanta adorazione per questi felini da parte degli abitanti di Kotor.  Un’altra storia dice che, essendo Kotor una città marittima molto attiva commercialmente, tantissimi gatti siano sbarcati dalle navi che attraccavano al porto provenienti da ogni dove, e decisero di crescere e moltiplicarsi tra quelle mura possenti così accoglienti e protettive. Facciamoci coinvolgere anche da queste leggende perché in realtà siamo in un meraviglioso quadro: Kotor  è una cittadina, una vera gemma, incastonata tra le montagne (Alpi Dinariche) sul fondo delle omonime bocche di Cattaro. La cittadina fortificata di Kotor è Patrimonio dell’Unesco, è anche detta “ il fiordo più a sud d’Europa “ ed è un piccola bomboniera.

 

La “Porta del Mare”, l’entrata principale della città pedonale, ti fa catupaltare nella storia. Vie lastricate in pietra, racchiuse da alte e solide mura: in un’atmosfera da medioevo, si susseguono piazze, chiese, angoli d’altri tempi, e si cammina lentamente, sperando di scorgere dietro l’angolo un duello tra prodi spadaccini o incontrare un mercante o donzelle legate in stretti corpetti e colletti. Un tripudio di architettura nelle chiese che si aprono su piazze.

 


 

Kotor emana la fierezza della città che è stata fondata dai romani ma che risente del dominio veneziano durato più di tre secoli. Le case in pietra dalle persiane verdi si affacciano su stretti vicoli e giardinetti, creando un’atmosfera dolcemente romantica.

 


Avventuratevi tra ristoranti che emanano profumo di pesce, negozi di souvenir che vendono gadget sui gatti, tra l’odore possente del burro di arachidi.

Ecco la vista dalla nostra camera:


A Kotor esiste il Museo dei gatti: una sorta di ringraziamento ai nostri amati compagni felini, che sono i veri padroni della città.

Ed eccoli, i mici che passeggiano tranquilli nel loro habitat.

 

 

Da Kotor partono regolarmente traghetti che fanno il giro del “fiordo” con soste sui due isolotti, l’Isola di San Giorgio (isola naturale) e l’Isola dello Scalpello (artificiale), dove si trova il Santuario dedicato alla Madonna dello Scalpello, da una leggenda che narra il ritrovamento nel 1452 di una immagine della Madonna col bambino, portata nella Chiesa di San Nicola, a Perast. Il giorno successivo l’icona, sparita nella notte, fu ritrovata sopra il dannato scoglio. Gli abitanti di Perast decisero di fare lì un luogo di culto e, sempre secondo la leggenda, iniziarono a lanciare dei sassi per favorire la creazione dell’isolotto.

La baia di Kotor (o Bocche di Cattaro) ha uno scenario incredibile, con montagne a picco sul mare e piccoli villaggi sulle sponde, un meritato Patrimonio  Mondiale dell’Unesco, che è conosciuta anche con nomi più romantici, da “La sposa del Mediterraneo ” a “La bella bocca del Mediterraneo”, ventotto chilometri di bellezza, tra insenature e baie di grande impatto. Dal battello si intravede Perast, la “fedelissima gonfaloniera”: la cittadina fece parte della Serenissima e conserva il suo stile veneziano.


 

Il motoscafo prosegue, in mare aperto, costeggiando pareti rocciose con di fronte quel mare azzurro che guarda l’Italia, quando all’improvviso un rallentamento….la barca entra in una piccola fessura dall’accecante azzurro cristallino: la Grotta Azzurra si inchina e ci invita ad un tuffo memorabile. Una piscina naturale tra pareti di roccia ed un blu intenso.


Al ritorno un’altra sosta: una roccia con un’apertura che ricorda un film di fantascienza. In realtà si tratta di un nascondiglio segreto per i sottomarini nucleari sovietici. Parliamo dell’epoca di Tito, ora abbandonato.

 

Tornati a Kotor, si riprende la via per l’ultima sosta in Montenegro, la capitale, Podgorica.

 

 

Ed è proprio Podgorica l’unica delusione del Montenegro. Partiti dall’ottimo Alexandra Lux Hotel (un 4 stelle in pieno centro, con personale gentilissimo ed una meravigliosa colazione/brunch), la città mischia il passato,  che la vedeva parte dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia,  all’indipendenza e la spasmodica ricerca di modernità. La Cattedrale della Resurrezione è l’unica nota interessante in un quartiere di brutti ed insignificanti edifici.


 

Il simbolo del nuovo  è il Millenium Bridge, costruito nel 2005 che rappresenta la città moderna.

La cucina montenegrina ha subito una forte influenza sia dalla cucina italiana che da quella turca. È evidente che sulle coste i piatti a base di pesce sono una delizia, dai risotti alla pescatora, ai crostacei. All’interno, ottime le grigliate di carne. A Podgorica suggerisco un fantastico ristorante, in centro , Porto, bello e buono, con una cantina da sogno: carne alla griglia perfetta, in un ambiente molto rustico-chic!


Mi piange il cuore lasciare questa repubblica lillipuziana dell’ex Jugoslavia, indipendente dal 2006, una vera scoperta, con la bellezza di una giovane dalla pelle perfetta che non ha ancora bisogno di trucco. Un viaggio tra natura incontaminata dalle cinquanta sfumature di verde alle cinquanta sfumature di blu del mare, un paese che spero non si lasci trascinare dal turismo selvaggio e mordi e fuggi,  ma mantenga quel sapore elitario per i veri amanti dell’ambiente.

 

 

 

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