il mio viaggio lento nell’arcipelago di Malta prosegue a Gozo.
Sul traghetto per Gozo, la mia vicina mi dice: “io sto tornando a casa, noi siamo Gozitani, molto diversi dai maltesi! “.
I Gozitani si considerano più tradizionalisti e vedono i Maltesi snob e cosmopoliti, perché troppo influenzati dall’esterno. D’altra parte un Maltese aveva sussurrato : “vedrai, quando andrai a Gozo…e’ tutto così provinciale, perché la gente è troppo attaccata alla propria identità locale. Tra di noi c’è lo stesso pensiero che, in passato, esisteva, in Italia, tra Nord e Sud”.
Se stai cercando una destinazione più tranquilla di Malta, ma con la stessa storia millenaria, un luogo più autentico, soprattutto per la semplicità della gente, Gozo è il luogo perfetto. La seconda isola dell’arcipelago Maltese, è facilmente raggiungibile con soli 30 minuti di traghetto. Più verde, tranquilla e rurale, rispetto all’isola maggiore, Gozo viene anche indicata come la “campagna di Malta”, proprio per i suoi paesaggi ed i suoi ritmi: qui il tempo sembra scorrere più pigramente, gli abitanti sono cordiali e le loro tradizioni radicate. Passeggiando, si sentirà parlare principalmente maltese, con quell’accento graffiante che sottolinea una forte identità.
Il cuore pulsante di Gozo è la sua capitale, Victoria, dove sorge la bella Cittadella, una fortificazione storica che domina l’intera isola. I turisti, spesso, sono quelli della giornata, che arrivano da Malta.
Il centro di Victoria è piccolo, ma grazioso ed autentico, con le sue piazze piene di ristoranti e caffetterie e negozi, molti che espongono prodotti locali
A Gozo si trova un sito megalitico patrimonio UNESCO. Il tempio di Ggantija è considerato uno dei più antichi templi del mondo, che precede persino Stonehenge. Le strutture sono fatte con enormi blocchi di pietra calcarea, alcuni dei quali pesano diverse tonnellate. Il tempio principale mostra una pianta a doppia abside, tipica dei templi maltesi preistorici.
Ġgantija era probabilmente un luogo di culto, legato a riti religiosi, fertilità e divinità della natura. Al suo interno sono stati trovati resti di ossa animali e tracce di offerte rituali.
Gozo è un paradiso per gli escursionisti, con sentieri panoramici, sia lungo le scogliere, che tra campi coltivati e villaggi pittoreschi.
Nei villaggi, il sentimento religioso è evidente: oltre a chiese e cappelle, anche davanti alla porta di casa ci sono segnali di un popolo con una forte spiritualità, e le scritte, spesso, sono in italiano.
Per coloro che cercano il relax, ci sono varie spiagge. Ramla Bay è la più bella, per gli amanti della sabbia, con la rena che ha un intenso colore dorato tendente al rosso.
Sopra Ramla Bay si trova la Grotta di Calipso, che, secondo la leggenda, ospitò l’eroe greco Ulisse.
Il paesaggio sarebbe meraviglioso, se non ci fosse un brutto, grande scheletro in vista . L’Ulysses Lodge è un edificio abbandonato situato sulla collina che domina Ramla Bay. Costruito negli anni ‘80 fu, da subito, al centro di grandi polemiche, sia da parte della comunità locale, sia dalle associazioni ambientaliste, che mettevano in discussione la sua creazione in un’area naturale di grande valore paesaggistico. Dopo un periodo di attività, cadde in disuso e venne abbandonato. Tutti i tentativi, negli anni 2000, di riqualificare l’area, furono ostacolati.
A proposito di scempio, quando ho chiesto una bella spiaggia, mi hanno indicato Xlendi. Certo, come spiaggia, lo era, in passato. Questa è Xlendi Bay negli anni 1950, un tranquillo villaggio di pescatori.
E questa è come appare oggi, una popolare località balneare, con grandi palazzi che dominano la baia, molti orrendi, semi abbandonati.
I ristoranti si susseguono senza sosta
La spiaggia è sparita completamente ed ha ceduto il posto a palazzi e residence e ristoranti e bar, uno attaccato all’altro. Tanto, per me troppo, cemento! Il mio commento, naturalmente, è solo perché sono un’amante delle spiagge sabbiose e della natura allo stato brado.
In realtà , appena lasci alle spalle l’obbrobrio, il luogo è molto bello, per gli amanti delle immersioni e dello snorkeling, per tutti coloro che amano sguazzare tra scogliere e tunnel sottomarini
Gozo ha anche altre bellezze. Nella parte sud della piccola isola, il paesaggio lungo il mare diventa imponente. Scogliere a strapiombo (alte fino 150 metri) appaiono nella loro bellezza naturale.
Attenzione, perché non ci sono barriere.
l’atmosfera, quando arriva la sera, è splendida.
A poche centinaia di metri sorge l’Hotel Ta Cenc , un bell’hotel 5 stelle con SPA, per chi vuole un riposo vero, lontano da tutti i rumori delle città, un luogo perfetto per un tuffo in piscina, o una coccola nella SPA.
La più famosa attrazione naturale di Gozo, purtroppo, non esiste più. Nella costa occidentale di Gozo, precisamente nella baia di Dwejra, un fotogenico arco naturale di arenaria, (di oltre 20 metri), incorniciava le acque blu intenso del Mediterraneo. Questo era uno dei simboli di Malta, incarnato in un’acerba bellezza, tanto da ispirare famosi registi che hanno girato qui molte scene di film, tra questi : “The Game of Throne”, il Conte di Montecristo, Scontro fra Titani. Un luogo seducente, scelto anche come location da noti stilisti come Dolce & Gabbana e Hugo Boss per le loro campagne pubblicitarie. Ma, si sa, la natura è imprevedibile. Una terribile mareggiata si è abbattuta in questo luogo in marzo 2017: The Azur Window (o Tieqa tar-Dwejra) era composto di un calcare maltese noto come Globigerina, una antica roccia dal colore ambrato, ma delicata, ed è per questo che, purtroppo, sotto la potenza della tempesta, si è frantumato, inabissandosi nel mare cristallino di Dweira Bay.
Ecco come appariva (foto presa da una cartolina)
Interessante il paesaggio lunare che c’è intorno
Il luogo è anche uno dei favoriti per i sub, che amano in particolare la Blue Hole, una piscina naturale profonda.
Qui si trova anche l’Inland Sea, una laguna salata collegata al Mar Mediterraneo tramite un tunnel lungo circa 80 metri. Un luogo ideale per nuotare o esplorare le grotte marine, con le piccole imbarcazioni che portano i turisti.
La terza isola dell’arcipelago maltese è una perla. Comino si raggiunge in quindici minuti di battello da Gozo.
L’unica cosa che consiglio, per avere un impatto magico con il luogo, è prendere un barchino il più presto possibile, al mattino, prima che i grandi escursionisti della giornata arrivino con ogni tipo di imbarcazione, da Malta, e trasformino un angolo di paradiso in una bolgia infernale!
Le barche arrivano vicino alla famosa laguna blu, dal colore turchese intenso.
Così appare alle 9 del mattino.
Con una superficie di appena 3,5 km², oggi Comino e’ praticamente disabitata (ci vive un guardiano e, ogni tanto, qualche lavoratore stagionale). Ma, dietro la sua quiete apparente, si nasconde una storia sorprendente, fatta di isolamento, pirati, e rifugiati della storia. Nel Medioevo, i pirati la usavano come base, rendendola troppo pericolosa per viverci. Nel XVII secolo i Cavalieri di Malta la fortificarono, usandola come avamposto militare e luogo di quarantena per malati o sospetti. Fu costruita una struttura semplice, chiamata “ospedale” o lazzaretto rurale: oggi restano i ruderi di questo confino per malati.
Nel corso dell’Ottocento e fino alla metà del Novecento, alcune famiglie di pescatori e agricoltori si stabilirono a Comino. Una vita dura, senza acqua corrente (l’acqua piovana veniva raccolta) ed elettricità, coltivando la terra ed allevando animali. C’era anche una scuola, una cappella, ed una “panetteria”, ancora esistenti. Con il passare del tempo, dagli anni ‘60 in poi, la popolazione abbandonò l’isola.
Oggi Comino e’ una splendida riserva naturale, senza auto, senza strade asfaltate, ma con sentieri sterrati che si snodano tra macchia mediterranea, falesie e calette.
In primavera, l’isola si copre di fiori selvatici e diventa un paradiso per chi ama camminare in solitudine, ascoltando solo il vento.
La passeggiata è stupenda, con vista sulle grotte marine e scogliere a picco sul mare.
Questo è quello che rimane dell’ “ospedale” di cui vi ho parlato prima e della “panetteria”.
Ma c’è un altra costruzione a Comino che chiede giustizia: costruito negli anni ‘60, l’Hotel Comino fu, per decenni, l’unica struttura alberghiera dell’isola. Offriva un’esperienza unica: bungalow semplici, niente traffico, solo natura e silenzio. Per molti turisti stranieri era un rifugio ideale, mare, passeggiate e cieli stellati, raggiungibile solo attraverso un piccolo pontile privato per l’attracco delle barche. Con l’evoluzione del turismo di massa, l’hotel perse attrattiva. E’ stato chiuso definitivamente nel 2019, lasciando la struttura in stato di abbandono. Negli ultimi anni è stato presentato un progetto per demolirlo e costruire un resort di lusso eco-sostenibile. Ma ha suscitato forti opposizioni da parte di ambientalisti, preoccupati per l’impatto sull’ecosistema e sull’identità selvaggia dell’isola.
Oggi il turismo delle barche o dei catamarani della giornata, catapulta famiglie, ma soprattutto tanti giovani che vogliono abbandonarsi ai fumi dell’alcool. I chioschi vendono molti cocktail alcolici.
Mi dispiace lasciare l’isola presto, ma, sinceramente, non amo i luoghi presi d’assalto: felice di aver goduto di una straordinaria prima mattina in un luogo incantevole, mi affretto a salire sulla barca che mi riporterà a Gozo, nel primo pomeriggio.
Un ultima visione delle scogliere, stavolta dal mare, compresa la bella “finestra” e poi ….byebye Comino.
In un mondo che corre veloce, Gozo e Comino offrono un raro privilegio: quello di rallentare. Qui, tra le acque cristalline della Blue Lagoon e i silenzi dorati delle scogliere di Ta’ Ċenċ, il tempo sembra piegarsi al ritmo della natura. Sono isole che non chiedono nulla, ma regalano tanto — pace, meraviglia, autenticità.
Che tu scelga di perderti tra le viuzze di Victoria o di galleggiare senza pensieri nel mare turchese di Comino, una cosa è certa: porterai con te un senso di bellezza semplice e profonda, difficile da spiegare ma impossibile da dimenticare.
Gozo e Comino non si visitano soltanto — si vivono come un sussurro del Mediterraneo, un battito lento tra cielo e mare. Sono isole che parlano piano, con il linguaggio del vento tra gli ulivi, della luce dorata sui muri antichi, del silenzio che sa farsi compagnia.
Qui, ogni alba sembra nuova, ogni tramonto una carezza. E mentre l’acqua limpida sfiora la riva e i sentieri si perdono tra storie dimenticate, ti accorgi che il vero viaggio non è stato verso un luogo, ma dentro una sensazione: quella di appartenere, anche solo per un momento, a qualcosa di più grande, di più vero.
E quando ripartirai, sarà con la certezza che una parte del tuo cuore — piccola ma luminosa — è rimasta lì, tra le onde azzurre e i sogni di pietra.
Vi lascio con questo momento di musica locale