Questo è il diario di un viaggio di 30 minuti….e di 24 ore, il viaggio più breve nel tempo. Ci sono viaggi che ti portano lontano, altri, che sembrano semplici spostamenti tra isole sorelle, ti proiettano invece in una dimensione sospesa tra geografia e metafisica. Il tragitto da Apia (Samoa) a Pago Pago (American Samoa) e’ uno di questi. Appena 125 km separano le due capitali, un breve volo che dura circa 30 minuti, operato da piccoli aerei locali che sorvolano le infinite sfumature di blu dell’oceano Pacifico. Eppure, al momento dell’atterraggio, il passeggero si trova indietro di un’intera giornata: è come volare verso ieri. La colpa, o la magia, è della Linea Internazionale del Cambio di Data, un confine astratto che attraversa l’oceano e separa due mondi temporali. Samoa ha scelto nel 2012 di “saltare” questa linea, passando da UTC-11 a UTC+13, per allinearsi economicamente e culturalmente con Australia, Nuova Zelanda e i vicini asiatici. American Samoa, invece, territorio non incorporato degli Stati Uniti, ha mantenuto il suo fuso orario originario: UTC-11. Così oggi, pur essendo geograficamente a est, Pago Pago vive un giorno intero dietro la vicina Apia.
Sono partita venerdi 22 agosto alle 12h30 da Apia e, dopo 30 minuti di volo, sono atterrata a Pago Pago giovedì 21 agosto alle 13h00.   Sostanzialmente, perdi solo mezz’ora di volo ma riguadagni un giorno intero. Puoi festeggiare due compleanni, due Capodanni, due anniversari, e scrivere lo stesso diario due volte, da angolazioni diverse.
Il volo tra queste due capitali è più di un semplice passaggio aereo. E’ un simbolo, un invito a riflettere su quanto siano relative le nostre certezze, il tempo, il giorno, la direzione. A bordo di un piccolo aereo che taglia l’oceano, ci si ritrova protagonisti inconsapevoli di un paradosso temporale, passeggeri tra due versioni della stessa realtà . E quando atterro e rimetto piede sulla terra ferma, tutto sembra uguale: il cielo, il
profumo del mare, la gentilezza dei sorrisi. Solo l’orologio insiste nel dirti che qualcosa è cambiato. Che sei tornato a ieri. O forse, che stai vivendo un tempo che non appartiene a nessun altro.
Sul volo sono l’unica straniera.
L’aereo atterra a Pago Pago, infilando le nuvole che si sfilacciano sopra montagne di giungla.
Nonostante la vicinanza, Apia e Pago Pago mostrano differenze tangibili. Apia ha un ritmo piĂą moderno, con i mercati vivaci e la forte cultura religiosa che traspare dalle chiese imponenti.
Pago Pago respira un’aria più quieta, più ruvida. Le montagne verdissime si tuffano nel porto, l’unico luogo che emette fiato della città . Qui si vive una calma che non si spiega. Le bandiere a stelle e strisce sono onnipresenti, un segno di orgoglio che svolazza anche sui taxi
e davanti a molte case
L’altro simbolo USA e’ la valuta : qui si paga in dollari, per il resto la forte impronta Samoana resiste al tempo e alla globalizzazione.
American Samoa è un territorio non incorporato e non organizzato degli Stati Uniti. “non incorporato “ significa che la Costituzione degli Stati Uniti non si applica automaticamente in tutte le sue parti. “Non organizzato” indica che il Congresso non ha creato un governo locale completamente strutturato come avviene per altri territori (ad es. Portorico). Quindi le persone nate in American Samoa non sono cittadini statunitensi alla nascita, ma residenti americani nazionali. Questo permette loro di vivere e lavorare negli Stati Uniti, ma non possono votare alle elezioni presidenziali e hanno limitazioni nel voto federale, come l’elezione dei membri della Camera dei Rappresentanti con diritto di voto solo in comitati selezionati. American Samoa ha un governo locale autonomo, con governatore eletto, e mantiene anche un sistema di diritto consuetudinario basato sulla cultura Samoana (fa’a Samoa), che convive con le leggi statunitensi. Gli USA sono responsabili della difesa e della politica estera. Il territorio ha una presenza militare significativa e i residenti spesso servono nell’esercito americano, specialmente nei Marines. Rispetto ad altri territori American Samoa riceve fondi federali limitati. L’economia dipende da pesca e, storicamente, dalla lavorazione del tonno da parte di aziende americane.
L’arcipelago è composto da cinque isole e due atolli. I voli arrivano solo da due città : Apia (Samoa) circa 10 voli a settimana e Honolulu: circa 3 a settimana. E poi alcuni voli domestici per le piccole isole. Avrei voluto andare a Ofu ma i voli sono una volta a settimana, ed i traghetti, irregolari, lenti e spartani, dipendono dalle condizioni meteorologiche e dall’affluenza.
L’isola principale, Tutuila, e’ la porta d’ingresso con l’aeroporto internazionale di Pago Pago. La capitale è atipica, silenziosa, con un mercato piuttosto scarno e poca gente intorno.
Se vuoi vedere persone, devi prendere uno dei tanti autobus locali decorati come arcobaleni in movimento. Ogni proprietario allestisce il suo spazio con tappeti pelosi, bandiere colorate, foto di famiglia e scaccia iella.
Pago Pago non è una città turistica, i turisti sono principalmente quelli delle crociere (circa una decina all’anno), che sostano mezza giornata, il tempo di salire a scattare una foto della splendida baia inserita in mezzo a montagne a picco coperte di giungla.
La capitale si adagia in un’insenatura spettacolare, un porto naturale circondato da montagne scoscese che ricordano un fiordo tropicale.
Nella baia si notano ancora le navi da pesca dei tonni, un’industria che ha segnato la storia economica dell’arcipelago, oggi però in declino.
Alle spalle della capitale il Monte Alava è un’ottima meta per le escursioni lungo il crinale, lo stesso sentiero ufficiale del Parco Nazionale delle Samoa Americane.
I punti panoramici sono molti: è un po’ una caccia al tesoro trovare le stradine che si inerpicano verso la montagna, fino a giungere a piccole piattaforme “vista mondo”.
Qui si trovano alcune installazioni della prima guerra mondiale che hanno contribuito a proteggere le Samoa Americane da un’invasione giapponese
E poi un monumento che commemora le vite perse nel tragico incidente aereo avvenuto nell’ottantesimo giorno delle bandiera del paese, il 17 aprile 1980 (il Flag Day).
il National Park of American Samoa e’ l’unico parco nazionale statunitense situato a sud dell’equatore. I sentieri si arrampicano tra foreste pluviali fitte. Eh sì, qui piove molto….. anch’io, che ho scelto la stagione secca, sperando di trovare sole a palla, purtroppo ho avuto una settimana di tempo brutto, con poche schiarite e cielo per la maggior parte plumbeo. D’altra parte, il leit motiv dell’isola è proprio : le cinquanta sfumature di verde! Le Samoa Americane vivono una contraddizione affascinante. Da un lato l’influenza statunitense con scuole bilingue, basi militari, e football americano come sport nazionale. Dall’altro, la forza della fa’a Samoa, che qui è più rispettata che mai. Le terre appartengono alle famiglie estese, i matai (capi clan) governano la vita comunitaria ed il rispetto per gli anziani rimane sacro.
Qui non ci sono resort di lusso né grandi catene alberghiere, si dorme in piccole Guesthouse e qualche hotel. Tra l’altro è anche difficile trovare una sistemazione. Ho scritto a cinque hotel più volte e, alla fine, solo uno mi ha risposto. Quando sono stata sul posto, mi sono recata in auto in un altro hotel, e, quando ho chiesto perché non avevano risposto alle mie tre e-mail, mi hanno detto: “mi dispiace, forse in quel momento la persona che l’ha letta era impegnata…e poi si è dimenticata di rispondere!”….. tre volte!
Per spostarsi, a parte i folcloristici ed economici minibus, consiglio assolutamente di noleggiare un’auto: la flessibilità di un veicolo permette di girare ovunque, su strade relativamente ben tenute, ma soprattutto con poco traffico ed esplorare le baie nascoste e le spiagge meno frequentate.
Sadie’s by the Sea e’ l unico hotel che ha risposto. Si trova sulla spiaggia di Utulei, con camere che si affacciano sul mare. L’Hotel ha una piscina ed ristorante, ma anche una piccola spiaggia privata. O meglio, semi privata, perché il sabato e’ presa d’assalto da molte famiglie allargate (in tutti i sensi), che arrivano con grandi frighi portatili pieni di bibite gassate e chili di cibo. Si installano nel fazzoletto di terra e accendono la radio a tutto volume (PS: sarà così anche su altre spiagge).
L’Hotel avrebbe bisogno di una ristrutturazione, anche tenuto conto del prezzo decisamente elevato, della camera.
Il ristorante non sarebbe male, ma le porzioni sono gigantesche ed i condimenti straripanti. Una delle realtà più sorprendenti per un viaggiatore è il rapporto con il corpo e l’alimentazione. Qui circa tre quarti degli adulti sono in sovrappeso o obesi, un dato che cattura subito l’attenzione di chi arriva da fuori. Ma è un numero che va compreso nel contesto: il peso corporeo non è solo una questione di salute, ma anche di cultura. In molte famiglie Samoane, avere una corporatura robusta e’ simbolo di forza, salute e prosperità . Il cambiamento dei tempi ha portato con se’ cibi importati e tantissimi fast food, che si mescolano con la dieta tradizionale fatta di taro, patate dolci, cocco, frutta tropicale e pesce fresco. Il risultato è che le sfide della modernità stanno prevalendo, con gli scaffali dei supermercati che abbondano di cibi processati.
Guardate queste patatine, al gusto gamberetti o all’aroma pollo!
Sadie Thompson Inn e’ dello stesso proprietario del Sadie’s by the sea, ma attualmente chiuso per problemi di mancanza d’acqua.
A tredici chilometri, lungo la meravigliosa costa frastagliata, che offre scorci da dipinto, c’è un posto dove il tempo si toglie le scarpe.
Si chiama Tisa’s Barefoot Bar ed è un rifugio costruito con legno e sogni, sospeso tra il verde delle palme e l’azzurro infinito del Pacifico.
Qui entri scalzo, perché la sabbia entra a far parte del pavimento e il mare è il vero padrone di casa. Una terrazza affacciata su una laguna che si tinge d’oro al tramonto. Le conchiglie, appese come campanelli del vento, tintinnano con la brezza.
Tisa’s Barefoot Bar ha una sola camera (ora ne stanno costruendo un’altra), e sono riuscita ad averla tutta per me, sola, per una notte. Ho dormito cullata dal respiro del mare. La notte aveva il profumo del legno umido e del sale. Non c’erano muri, solo palme che si piegavano al vento ed il canto delle onde a vegliare sul mio sonno. Al risveglio, il mondo era giĂ in festa: la laguna brillava come vetro liquido ed i primi raggi di sole accendevano il bar vuoto, ancora addormentato. Camminare scalza tra il silenzio ed i gusci di conchiglia mi ha fatto sentire parte di un luogo, non ospite ma respiro tra i respiri.Â
Poco più avanti, quella che è conosciuta come la miglior spiaggia di Tutuila, la famosa “Two dollar beach “ che oggi è diventata Lua Tala Beach.
Chissà come mai ha cambiato nome: forse perché in effetti oggi il prezzo d’ingresso è salito a 5 dollari? Perché in realtà è una spiaggia privata. Consiglio vivamente di andarci al mattino presto, prima che arrivino famiglie con tanti bambini e altrettanti frigoriferi pieni di cibo e prendano possesso di tutti gli spazi, compreso quello necessario per giocare a palla.
e poi ancora strade panoramiche
questa è la roccia del dromedario
Molti villaggi sono dentro i confini del parco Nazionale e gli abitanti ne sono custodi attivi.
Ma gli scorci più suggestivi li ho trovati nella parte occidentale dell’isola più isolata, dopo il villaggio di Leone.
Ho guidato attraverso strade asfaltate quasi vuote, in mezzo ad una natura primordiale, un mosaico di foreste pluviali e palme che si affacciano su spiagge di sabbia dorata o vulcanica, attraversando villaggi con un pugno di case, chiese enormi e nessuno in giro: sembrano tutti paesi abbandonati.
Nei villaggi ci sono cartelli che spiegano come comportarsi quando c’è il rischio tsunami. Ed ecco l’avviso agli abitanti, in caso di emergenza
Dietro ogni curva appare una fiaba
In realtà le Samoa Americane non sono un luogo facile, non sono la Polinesia patinata dei cataloghi, né il sogno esotico semplificato, ma vivono anche di contrasti. L’emigrazione è altissima: decine di migliaia di giovani partono ogni anno per Hawaii e California in cerca di lavoro (una percentuale molto alta per un paese che ha circa 50.000 abitanti). L’obesità e i problemi di salute, sempre più gravi, nascono dall’impatto della dieta americana sulle consuetudini alimentari locali. Eppure, nei villaggi, la vita rimane sorprendentemente comunitaria: nessuno resta senza un tetto o un piatto di cibo, perché la famiglia allargata si fa carico di tutti.
Questo è un viaggio che chiede tempo e spirito di adattamento, ma restituisce in cambio un’esperienza unica: l’incontro con un Pacifico che resiste al tempo, sospeso tra stelle e strisce e tradizioni millenarie, tra montagne vulcaniche e lagune di vetro.
Ed è ora di ripartire, per quel piccolo gioco cosmico, quel volo di trenta minuti che diventa una macchina del tempo tropicale. Immagina: lasci le Samoa Americane tra palme e colline verdi di Tutuila, sali su un aereo che sembra attraversare invisibili fili del calendario, e atterri a Upolu, a Samoa, dove il giorno e’ già avanti. E puff….. Un giorno di vita evaporato come neve al sole. Ma hey, il portafoglio è felice, soprattutto in questa parte del mondo dove tutto è carissimo : una notte d’hotel risparmiata! Viaggiare tra fusi orari e’ un po’ come giocare a nascondino con il tempo…e, a quanto pare, il tempo vince sempre, ma almeno, in questo caso, il portafoglio se la ride!
E anche nel viaggio di ritorno sarò l’unica straniera sul volo Pago Pago-Apia.
Questa volta purtroppo non ho molti ritratti da mostrarvi. Questo paese sembra semi deserto e l’unico posto dove si incrociano persone sono i fast food, quei luoghi che io chiamo “della perdizione” perché perdi la maggior parte dei sensi: il gusto, l’olfatto, la vista ed il tatto.
A presto



































































































