Nigeria

L’inizio di questa storia può sembrare inventata, ma è tutto assolutamente vero. Sarà una lunga  lettura anche noiosa, potrebbe sembrare irreale, ma purtroppo è esattamente quello che mi è successo. 

Per entrare in Nigeria ci vuole un visto, e fino a qui tutto è normale, basta seguire le procedure. Il mio iter è stato questo: 

Ho chiesto al Consolato della Nigeria a Roma  un visto di 6 mesi perché sto facendo un Overland di 7 mesi, attraverserò 23 paesi dell’Africa dell’Africa e, anche se partirò da casa il 1 novembre 2018 non entrerò in Nigeria prima del 4 febbraio 2019. Dopo aver inviato tutte le informazioni chieste: passaporto, prenotazioni Hotel 4 stelle, dettaglio itinerario, lettera dell’agenzia, dettaglio bancario dove si dimostra che potrei vivere in Nigeria un anno senza problemi economici, copia febbre gialla e tutti i vaccini fatti, ecc. ecc. (tutto naturalmente tradotto in inglese e non su carta da formaggio) il consolato ha risposto che non potevano darmi il visto, senza precisare perché. Allora, abitando in Francia, ho contattato via mail il consolato della Nigeria di Parigi, che mi ha prontamente risposto “nessun problema, compila la richiesta online, paga 130$ sul conto xxxxx, portaci 2 foto, la dimostrazione che hai denaro a sufficienza per pagare la vacanza, il passaporto, libretto vaccinazione e le prenotazioni degli hotel per tutto il periodo di vacanza (15 giorni), con l’itinerario dettagliato di tutti gli spostamenti. Dopo qualche giorno potrai venire a ritirare il tuo visto a Parigi e deporre le impronte digitali.”. Come da accordi (questa volta telefonici con il consolato stesso), per evitare due viaggi a Parigi, ho pagato un’agenzia specializzata in visti (120€ per il servizio). L’agenzia si è recata quattro volte al consolato (da notare che gli appuntamenti per i visti sono solo il lunedi ed il giovedi mattina). La prima volta è stato chiesto un dettaglio più preciso sulla mia situazione finanziaria (un attestato di una nota banca francese internazionale non era sufficiente). La seconda volta mi è stato chiesto un documento firmato da parte del primo hotel dove prevedo di soggiornare, dove si conferma che effettivamente ho una prenotazione in quel periodo. La lettera deve essere su carta intestata, firmata, ed avere in allegato copia della carta d’identità del manager dell’hotel. Ho dovuto telefonare in Nigeria, spiegare la situazione, dopodiché il manager dell’hotel mi ha inviato i documenti. Non ci crederete, ma quattro giorni dopo mi viene detto che non è sufficiente, ma ci vuole la copia del passaporto (non basta la carta d’identità) del manager che ha firmato. Ebbene, telefono nuovamente in Nigeria e riparlo con il responsabile dell’Hotel, molto gentile : il documento viene preparato ed inviato. Risposta del Consolato (da notare che tutte le richieste sono avvenute direttamente presso il consolato di Parigi, con un addetto di un’agenzia di visti, quindi nessun malinteso telefonico o altro): occorre che il manager dell’hotel scriva che si assume tutte le responsabilità del mio viaggio in Nigeria. Esasperata (oramai mancavano pochi giorni alla partenza) dico di lasciar perdere e chiedo indietro tutto. Mi vengono dati i documenti, ma non i soldi, i 130$ pagati sul conto corrente del Consolato della Nigeria. Ho già scritto ben 9 volte al Consolato e non mi hanno MAI risposto. (Da notare che la prima volta che chiedevo informazioni mi hanno subito risposto). Totale dell’operazione : 120€ pagati all’agenzia (corretti) e 130$ al Consolato (rubati!). Nel frattempo un amico italiano mi mette in contatto con un conoscente romagnolo sposato con una Nigeriana il cui amico lavora all’ufficio visti. Sembra l’aggancio perfetto. Ci scambiamo un po’ di dettagli e mi fido di questo romagnolo doc, dall’accento marcato, che pare veramente voglia aiutarmi. Avrei dovuto insospettirmi quando mi ha detto: mi servono solo i dati del passaporto, niente copia. Con questi, ti arriverà un documento che dovrai presentare alla frontiera e tutto sarà ok! Lo ammetto, la mia disperazione, ma soprattutto il “non posso non fidarmi di un romagnolo, gente onesta!”. Insomma tra tira e molla non riceverò nulla, se non un documento che dice che se entrerò in una frontiera specifica (cosa difficile da prevedere in un Overland, e comunque l’entrata dovrebbe essere valida per tutte le frontiere), ed in un giorno ben preciso, dopo aver comunque ricompilato il modulo online e nuovamente pagato 130$ (ma li ho già pagati all’ambasciata Nigeriana di Parigi ed ho la ricevuta!!!) allora mi verrà emesso sul posto un visto! Ed ecco che decido di lasciar perdere e provare a fare il visto in un’ambasciata durante il mio lungo viaggio. A questo punto inizia la  richiesta di denaro per servizi fatti, richieste al tipo, che ha contattato il poliziotto,  che,  come diceva Angelo Branduardi….cioè sembra “Alla fiera del …West” ….E c’era il ragazzo, che prese i dati e li portò alla segretaria, che li diede al vice capo, che li guardò e li passò al capo, che chiamò l’ufficio vicino, che annotò tutto e parlò con il poliziotto che andò in questura ed informò il brigadiere, che scrisse al capitano che passò l’informazione alla frontiera….dove mai arrivò! Insomma, dopo aver ignorato il conto nigeriano sul quale dovevo versare i soldi, mi sono arrivate minacce dal bel pacioso  romagnolo doc…., che diceva che Mr Ir…. aveva lavorato DURAMENTE  per avere informazioni (ma quali?) e quindi mi minacciava dicendo che dovevo pagare lui, direttamente nella sua casa romagnola, sapete quanto? 250€….. E lui Mr. R. avrebbe pagato il nigeriano. Ho pagato, lo ammetto, ho vomitato dal nervoso, ma poi ho pensato che, come suggerito da un mio amico, è meglio lasciar perdere, i nigeriani non scherzano! 

Ma devo finire la storia. Parto per il mio lungo viaggio senza visto. Arrivata in una capitale di un paese africano (eviterò di dirvi dove ma poi capirete perché) vado con alcuni compagni di viaggio all’Ambasciata della Nigeria. Dopo aver compilato la richiesta di visto (vi evito i dettagli che sono sempre gli stessi), un addetto si siede in mezzo a noi ed inizia l’interrogatorio, rivolgendosi ad una persona presa a caso per ogni domanda. Fortunatamente avevamo creato una storia comune. 

“Perché volete andare in Nigeria? Che lavoro fate?  Cosa volete vedere? Cosa sapete della Nigeria, ecc ecc“. Alla fine esce e torna dopo soli cinque minuti: “siamo ben felici di darvi il visto. Quanti siete? Dodici! Bene, il costo sarà quello del visto (secondo nazionalità del passaporto), da pagare in dollari americani sul conto xxxxxxx e, in più, 50 dollari americani (in valuta locale), da pagare in “contanti” Chiaro, no? Perfetto. La lista inizia: Regno Unito: 144$, Nuova Zelanda 2$, Germania 176$, Olanda 176$, ed infine Italia 360$. Già, avete capito bene, alla faccia della Comunità Europea e quant’altro…360$ per un visto. Non mi resta che pagare, prima i 360$ in banca e poi, con ricevuta in mano, aspettare che il moretto dall’impeccabile vestito bianco (compreso cappellino bordato di merletti di fattura manuale) passi davanti con una grande busta di plastica nera (quelle classiche da immondizia), e dica: “Signora, butti pure dentro i cinquanta dollari in valuta locale”. Prendo il malloppo (una bella spanna di bigliettoni) e dico: “non li conta?”. Tutto molto formale. Ed ecco arrivare il sorriso di trentadue denti bianchi come la farina: “Mi fido, Signora!”. Sarà un’altra ora di attesa, in una stanzetta, dove ci guardiamo e cerchiamo di parlare del calcio inglese, della cucina italiana, della birra tedesca, dei kiwi della Nuova Zelanda e persino dei tulipani e degli zoccoli olandesi…. già perché quest’atmosfera post interrogatorio, in una stanzetta poco ventilata con grandi tendoni alle finestre che potrebbero nascondere telecamere ci fa pensare. Comunque, dopo meno di un’oretta ecco arrivare Mister Denti Bianchi che ci consegna uno ad uno i passaporti con il visto e un bel: “You will love my country!”: vi innamorerete del mio paese!

Ed eccomi pronta a fare i conti: il visto per la Nigeria mi è costato : 360$ (ufficiali), 50$!(« mancia/rubati »), 130$ (ambasciata Nigeria a Parigi, mai restituiti, quindi rubati), 120€ (ufficio visti francese), 250$ (pagati al Mr. Romagnolo e amichetti vari nigeriani per un visto che probabilmente  non sarà valido, quindi rubati)…..  più di 900$…… Penserete che sono completamente impazzita !! Come sapete, ho deciso di fare il giro del mondo, di visitare TUTTI, ma proprio tutti  i paesi del mondo. E questo Overland prevedeva di attraversare la Nigeria. Alcuni compagni di viaggio, disgustati dalla situazione, hanno deciso di lasciar perdere e sono volati dal Benin al Gabon, pur di non mettere piedi in Nigeria ed in Camerun, considerate nazioni corrotte e pericolose.

Francamente, ad un certo punto volevo dire basta, ma, avendo deciso di fare il giro del mondo, non ho nessuna intenzione di tornare da queste parti. Vorrei tanto ricredermi, vorrei trovare un paese stupendo di cui innamorarmi. Lo spero vivamente. Per ora posso solo dire che è scandaloso l’iter che un’italiana normale ha dovuto fare per andare a fare quindici giorni di vacanza (quindi portare soldi) in un paese. E non voglio commentare quello che mi verrebbe da dire, ma solo chiedervi: Quanti sono i Nigeriani in Italia? Quanto hanno pagato di visto ufficiale, regolare, per venire nel nostro paese? E le procedure, quali sono? 

Ed eccomi alla frontiera di Idikoro. Arrivo alla frontiera Idikoro  alle 13:30. Siamo gli unici stranieri, fantastico, abbiamo tutti il visto, sarà veloce. Un bell’edificio pulito! No, l’entrata turisti è di fronte. Si attraversa un capannone fatiscente, con grandi pale arrugginite sul soffitto. E vetri rotti, sembra ci sia stata la guerra. Si arriva in un cortile, dove tre addetti (di cui due dottori) controllano la temperatura, puntando una “pistola” alle tempie. E poi viene analizzato alacremente il carnet sanitario, con commenti tra loro su vaccini e date. Tutti i dati sono trascritti a mano su un foglio, con indirizzo e numero di telefono. Da lì veniamo accompagnati in un altro edificio, dove un paio di panchine in legno ci aspettano . « Giornalista? Sei qui per le elezioni? » « No, sono pensionata! » Ho pensato, da un po’ di tempo, di evitare di dire che ho deciso di smettere di lavorare e fare il giro del mondo, perché subito la domanda di rito che arriva da un’espressione accigliata, sospettosa e preoccupata : « dove prendi i soldi per viaggiare? ». E così ore e ore a dover giustificare. Stranamente se dici « pensionata », nessuno ti pone altre domande, ne’ come mai sei in pensione a 56 anni, o quanto prendi, nulla, sembra tutto perfetto. Sembra la parola magica,  in Africa. Forse perché qui non hanno la pensione e, ancora una volta, sono convinti che in Italia tutti abbiano una  pensione stratosferica che ti permette di fare il giro del mondo o comunque vivere nell’agiatezza. 

Posso procedere e mi posso accomodare. 

Seduta nello stanzino, con un cartello di fronte che mi farà compagnia per le prossime sei ore. È ingiallito dal tempo, ed alcune parole sono volate in cielo, ma il messaggio è ancora leggibile: « il traffico di organi è vietato ». Arriva l’addetto e raccoglie tutti i passaporti. 

Tutto tace per più di un’ora, poi un nome viene chiamato e ricondotto in un’altra stanza. Dopo più di mezz’ora torna. Un sacco di domande, oltre a quelle già chieste al Consolato. Dopo altre lunghe ore, finalmente il mio nome. 

Decido di giocare la prima carta, quella del “visto” su carta promesso dal pacioso romagnolo, tanto per capire quanto mi è stato rubato. “Cos’è questo? Il documento prevede il pagamento del costo del visto online” mi dice subito l’incaricato.  “eccola, la ricevuta del pagamento di 130$ fatto sul documento online n.Xxxxx al Consolato di Parigi” rispondo. E lui: “non accettiamo questo pagamento. Deve ricompilare il modulo e pagare 130$ online su un altro conto”. “Cosa?”. “E poi questo documento non è valido qui. Prevede l’entrata solo il giorno 4 e solo dal confine Seme. Perché hanno precisato il confine? Un documento ufficiale deve avere l’entrata libera da ogni confine! Chi lo ha redatto? Dove lo ha preso? non posso assolutamente dare l’ok all’entrata, mi dispiace. Deve tornare indietro”.  Mi risponde l’addetto, senza un attimo di esitazione.

Solo allora dico che ho un altro visto, questa volta ufficiale, fatto presso l’ambasciata Nigeriana in Xxxx, ed apro il passaporto, alla pagina del visto. L’atmosfera si fa delicata. Le domande vertono su perché ho chiesto 2 visti, ecc. ecc., insomma un’ora per spiegare che inizialmente pensavo di venire da sola, poi ho deciso di seguire un gruppo di overlanders conosciuti lungo il mio viaggio ecc. ecc. Ho perso un paio di chili, sudata marcia con sei occhi fissi, puntati addosso, con la mia mente in fibrillazione che doveva creare una storia “coerente”. Alla fine vedo un addetto che prende un timbro e da’ il via!  Lungo respiro, devo cacciare subito l’idea negativa di questo paese, altro respiro per ripropormi di essere assolutamente obiettiva su tutto quello che vedrò in Nigeria. 

Sono pronta. 

Il film inizia alle 19:30, quando finalmente ci consegnano i passaporti e la gabbia si apre. Si dice che le città di frontiera siano brutte! In realtà non è vero, alcune sono bellissime, per esempio Menton (confine con la Francia sulla costa) è una piccola perla. In questo caso, non so nemmeno giudicare. È buio pesto, solo ogni tanto c’è una luce fioca, migliaia di persone si muovono come fantasmi in mezzo a banchetti di ogni genere. Qualche candela lascia intravedere dietro il tremolio abiti luccicanti, accanto a  brutte felpe di pessima fattura, un profumo intenso di olio bruciato fa pensare a cibo che sta sfrigolando in un grande bidone, che è alla sua settima vita. Ma il filo conduttore di questo quadretto a macchie in bianco e nero è la musica, quel rumore così assordante che sembra debba schiarire le tenebre a breve. La strada è una roulette russa: vecchie lamiere rombano a fari semi spenti, motorini con tre persone a bordo (il guidatore ha pure il casco!)  fanno sorpassi fischiettando per avvisare la loro presenza. La nostra velocità diventa quasi umana, troppo pericoloso accelerare quando non ci sono luci ma la stessa gente di una domenica di carnevale in piazza San Marco! Ed eccoli, in mezzo al nulla i poliziotti, che fischiano uno Stop seguito da Ehiehiehi!!!! In trenta chilometri ben quattro controlli, senza una luce, solo una pila puntata negli occhi con l’esorcizzante domanda di rito : “di dove sei?”. La musica esce da enormi casse stonate, sembra di essere in un vecchio sanatorio pieno di asmatici rantolanti. Forse il regista di l”Esorcista” ha avuto l’ispirazione qui. Anche le stelle in cielo non ce la fanno a seguire questi orrendi ritmi senza ritmo e si sono nascoste. Il cielo sembra opaco, quel colore scuro senza lucidità, quel buio inodore e insapore che speri sparisca presto. L’atmosfera intorno fa addirittura dimenticare che sono le dieci e mezza di sera, siamo in viaggio dalle sette del mattino, sotto un caldo afoso che ha attaccato i vestiti al corpo come un tatuaggio e i rivoli di sudore cercano il loro spazio rincorrendosi. 

Al mattino la situazione è uguale: i guidatori nigeriani sono esperti acrobati, il lungo camion in sorpasso si infila in doppio avvitamento tra un’auto ferma in mezzo alla strada con il cofano aperto ed un povero disgraziato, che viaggia nella corretta corsia di marcia, mentre la famiglia completa (5 persone) in moto procede zigzagando negli spazi vuoti. 

La Nigeria è una discarica a cielo aperto, l’immondizia è direttamente proporzionale al numero degli abitanti: considerando che sto parlando del paese più popoloso del continente africano con una popolazione, ufficiale, in costante aumento, di oltre 200 milioni di abitanti, lascio a voi ogni commento. E poi l’inquinamento delle città, la nuvola di pulviscoli che rendono l’aria pesante, sotto un sole mai visto durante tutto il viaggio. Il cielo grigio e afoso che ci rincorre.

 

Gli unici edifici puliti, belli, che profumano già da lontano, sono, guarda caso, i luoghi di culto, tutti, ma proprio tutto. Attraverso colline di lerciume nauseabondo, fossi di plastica e vetro, case fatiscenti da cui escono bambini scalzi e sporchi, ed eccola, splendente di luce propria, tirata a lucido come dopo una seduta alle terme, la chiesa, o la moschea. I pavimenti sono uno specchio, perché per pulire i luoghi di culto evidentemente l’acqua non manca. Le persone non hanno da lavarsi e fanno code per riempire un bidone d’acqua, non ci sono fognature, ma il miracolo avviene nei luoghi di culto…acqua a gogo!!!

La  gente spera anche in un altro miracolo: i gabbiotti della lotteria spuntano ovunque, perché il sogno non può morire. 

E a proposito di sogni, c’è qualcuno che, per non illudervi in caso di innamoramento a prima vista della sua abitazione, precisa che la sua casa NON è in vendita.

In questa parte di Nigeria non ci sono molti villaggi, in realtà sono le città che si susseguono. Non sono amante della matematica ma credo sia il momento di parlare di numeri. 

La popolazione in Nigeria nel 1960 era di 41 milioni, nel 2017 era di oltre 190 milioni. In Italia, tanto per fare un esempio nel 1960 era di 50 milioni, nel 2017 circa 60 milioni. Secondo alcune statistiche nel 2025, in Nigeria diventeranno oltre 240 milioni, cifra che sarà la metà della popolazione di tutta l’Europa, e 440 milioni nel 2050, e, tenetevi forte, oltre 800 milioni nel 2100, diventando così il terzo paese più popoloso al mondo (oggi è il settimo). La media è di quasi 6 bambini (che diventano adulti), e non si prende in conto che  un bambino su 10 continua a morire prima dei 5 anni. Questi sono dati “ufficiali” ma mi è stato detto che sono molti, molti di più perché tanti non sono mai stati registrati. Ma quello che sconvolge è che circa il 45% della popolazione ha meno di 14 anni. La popolazione era più o meno divisa a metà tra Cristiani (più a sud) ed islamici (al Nord), ma oggi è in forte crescita la comunità mussulmana, che può avere fino a quattro mogli. La poligamia è di fatto praticata in tutto il nord della Nigeria, area fortemente islamica. Teoricamente l’Islam prevede fino a 4 mogli,a patto che siano tutte trattate allo stesso modo, ma sembra che, chi non se lo può permettere, trovi altre scuse tipo che poiché una famiglia deve tassativamente avere dei figli maschi, se la moglie in carica partorisce solo figlie femmine, il marito è “autorizzato “ a prendere un’altra moglie e un’altra. Un bambino su cinque nel mondo che non va a scuola proviene dalla Nigeria. Anche se ufficialmente la scuola elementare è gratuita, circa 11 milioni di bambini in Nigeria tra i 5 e i 14 anni non vanno a scuola.

C’è una polveriera pronta a esplodere che incombe sull’Europa. Si chiama Africa, e se si considera che la Nigeria è la prima economia Africana, che un africano su 6 è Nigeriano, che è il secondo partner commerciale dell’Italia in Africa sud Sahariana,  e la prima nazionalità dei migranti arrivati in Italia nel 2017, che  più di 100.000 Nigeriani vivono in Italia, credo che quello che succede in questo  paese sia fondamentale anche per noi. Alla grande esplosione demografica non corrisponde una crescita economica e sociale, e le ripercussioni di questo dramma saranno disastrose per il Vecchio Continente, che non può farsi carico di tutto questo. (Per cui penso, soprattutto dopo aver visto questa realtà direttamente, che ci vogliano politiche europee lungimiranti e non buonismo, che di fatto non risolve un bel niente). La crescita demografica esponenziale non trova dall’altra parte una crescita delle risorse e del PIL corrispondente, e la povertà continua tragicamente ad aumentare. L’Ecowas sta cercando di ridurre il tasso di nascita medio entro il 2030 dagli attuali 5,6 figli per donna a 3 figli per donna. Ma trova un ostacolo principale, dato dalla grande ostilità tra le due religioni principali in Nigeria, cristianesimo e islam, nei confronti della contraccezione. 

La Nigeria è uno di quei paesi segnati dalla maledizione della loro ricchezza. E qui parliamo di petrolio, che porta a lotte fratricide . Il tessuto sociale è dilaniato. Ma il grande problema in questo paese è la Corruzione, Regina sovrana assoluta. 

Siamo in territorio Nigeriano nel periodo delle elezioni (che sono ogni 4 anni). C’è grande fermento, e purtroppo dobbiamo cambiare completamente l’itinerario di viaggio. Il confine inizialmente previsto per il Camerun è chiuso, circa settanta separatisti sono stati uccisi ed i cadaveri di altre sessantasei persone (tra cui ventidue bambini e dodici donne) sono stati trovati dalla polizia al nord del paese, proprio il giorno prima delle elezioni.

Avrei davvero voluto fare quella tratta che porta anche ad un paio di parchi, chiaramente evitando il famigerato nord di Boko Haram, gli estremisti islamici che hanno devastato il Paese con centinaia di sanguinosi attacchi: il loro obiettivo è anche fare pulizia etnica, imponendo ai cristiani nel nord di abbandonare tutto e andare via. 

Anche altri confini sono chiusi. E purtroppo non potremo neanche andare in Camerun al Monte Camerun, che è uno dei posti di contesa tra i gruppi di varie etnie: avevamo previsto tre giorni, per alcuni un trekking piuttosto impegnativo e  per altri (me compresa) una sosta prolungata in un villaggio di montagna. 

La strana campagna elettorale è segnata non solo da episodi di violenza, ma anche da una surreale sequenza di fake news, tra queste la notizia della morte del presidente in carica, Muhammadu Buhari, “sostituito” con un “clone”. Gli 84 milioni di elettori nigeriani dovranno scegliere fra oltre 70 candidati, anche se le carte si giocano tra 2, entrambi mussulmani, entrambi del nord del paese. 

Come in ogni paese ci sono locandine di propaganda ovunque per scegliere il leader. Tra un Principe X e “Vote for Mr Hope 2019” ( vota per Mr Speranza 2019), tra comizi e inviti in hotel più o meno ameni, la strada scorre, con posti di blocco ogni pochi chilometri. I poliziotti sono gentili, a parte una richiesta di “hai un regalo per me?”, la domanda  strana è “non vi hanno dato la scorta al confine?”. 

 

Lungo la strada i venditori ambulanti saltano da una parte all’altra da perfetti equilibristi, con la loro merce esposta sulle loro teste.

Ed il cibo per strada emana i suoi profumi

E poi, mai andare a comprare qualcosa al mattino presto. I Nigeriani, come la maggior parte degli africani, amano la notte ed al mattino….” Ho Tanto sonnoooo”!

Ma qualcosa di positivo c’è, in questo paese, sicuramente molto importante , ed è la reazione della gente davanti ad uno strano mezzo arancione pieno di bianchi. Le urla di gioia, i “Welcome, benvenuti!” non si contano, a volte l’entusiasmo sfocia in un ballo sfrenato in nostro onore. 

Per il resto cerchiamo comunque qualche luogo turistico lungo la strada. 

Olumo Rock è una grande roccia di granito situata nell’antica città di Abeokuta. Alta 137 metri in passato era una fortezza naturale e proteggeva il popolo Egba. Oggi passerelle in cemento e case a ridosso hanno deturpato completamente questo luogo, francamente orrendo. 

Vicino alla città di Osogbo c’è Osun-Osogbo, una foresta che si trova sulle rive del fiume Osun. Questa è una delle ultime foreste sacre, dimora della dea della fertilità Oshun, un’espressione di identità del popolo Yoruba. 

La foresta nasconde sculture ed opere d’arte. 

Mentre cammini in mezzo alla magia, eccole, le scimmie più simpatiche che io abbia mai visto. Centinaia di esemplari (molti con i cuccioli), che saltellano da un ramo all’altro, fanno capriole sul muretto o si distendono a pancia all’aria. Una, in atteggiamento umano, inizia a sbadigliare, non si sa se stanchezza o noia. Sono curiose e furbe, trotterellano intorno alla ricerca di cibo o qualcosa da rubare, ma sono deliziose e curiose. Ad un certo punto arriva un’auto, scende una coppia. Lei indossa vestiti colorati e regge una enorme cesta. Si sente uno schiamazzo improvviso e decine e decine di scimmiette che corrono intorno. “Mi aspettano con piacere, sono come dei figli per me”. Ed è vero, la guardano muovendo il capo come in cenno di saluto. E fanno salti altissimi per accaparrarsi la banana di turno. Tracy è la regina delle scimmie. Mi dice che è musicista ed ha fatto concerti a Roma, Milano, Bologna e Torino. Chiacchieriamo piacevolmente sul suo grande amore per l’Italia e sulla nostra lingua così musicale e sul cibo in generale. Prima di andar via mi dice : lui è Orlando Julius. “Ok, piacere”. Ma quando sto per partire mi chiama: “ehi, guarda su internet, lui è Orlando Julius”. E così il giorno dopo, riguardando le foto delle scimmiette dispettose, mi viene in mente Tracy e la sua battuta. E scopro che Orlando Julius è semplicemente uno dei maggiori compositori di tutta la musica africana, è colui che ha inciso il disco del 1966, “Super Afro Soul” creando il primo punto d’incontro tra la musica nera africana e quella afroamericana statunitense. Giusto per capirci, il pioniere dell’Africa-beat, il sassofonista che ha lavorato negli USA con James Brown e Marvin Gave, insomma, come direbbe qualcuno, davvero Tanta Roba! Scusatemi, Orlando Julius e Tracy, m’inchino davanti a voi e chiedo scusa perché la mia ignoranza musicale non ha limiti. 

 

Orlando Julius che osserva le scimmie che stanno guardando cosa potrebbero rubare all’interno della sua auto

 

Ed eccole le vanitose: “oh no, ho un orrendo brufolo…ho mangiato troppe banane!!!!”

E : “un giorno guidero’una Ferrari!!”

 

Il viaggio continua, con un programma giornaliero, perché non si possono prevedere le prossime settimane. 

Dobbiamo procedere verso sud, quindi si decide di fare una sosta di due giorni a Benin City. Al mattino sono seduta in un bar in attesa di un caffè (i tempi in Nigeria sono incredibilmente lunghi, ovunque. Anche la richiesta di un semplice caffè, che qui consiste in acqua calda in cui far sciogliere una bustina di Nescafé richiede almeno 40 minuti….Purtroppo molte volte ho dovuto rinunciare perché, anche se alla richiesta di : “devo partire tra venti minuti, riesci a darmi un caffè in 10 minuti? Si! “, dopo venti minuti nulla è pronto.Ho imparato a ordinare la prima colazione la sera prima per il mattino, alle 7 se la voglio alle 8… ed ecco che mi arriva puntuale, alle 8). Seduta, in attesa, mi si avvicina un ragazzo, con la camicia bianca ed i pantaloni stretti e corti come chiede la moda ed i rayban in testa. “Hallo! Di dove sei? Cosa fai qui?”. “sono italiana, in vacanza. Cosa mi suggerisci di vedere a Benin City?”. “Io sono ingegnere, oggi sono in vacanza, ma lunedì lavoro. Ho molte amiche che vivono in Italia. La mia vicina vive a Bologna da 6 anni. Ha detto che è una bella città “. “Cosa fa in Italia, la tua amica?”. “La prostituta, guadagna bene”. All’inizio mi sembra di non avere capito, poi lui mi dice: “Qui la vita è difficile, le famiglie numerose sono contente se una figlia lascia la casa: con i soldi che ricevono possono costruire una casa per il resto della famiglia. Tantissime ragazze partono da Benin City, molte per l’Europa, molte sperano di arrivare in Italia, perché è il paese più bello del Mondo ”. Sono davvero incuriosita da quanto mi racconta Adesola e vado a vedere se trovo qualche informazione su internet. E subito trovo un articolo del Corriere di novembre 2017, che parla proprio di questo fenomeno. Benin City è l’hub della prostituzione. Riporto i dati e parte dell’articolo che trovo decisamente interessante e rispecchia pienamente quello che sto vedendo e sapendo. In Italia nel 2014 sono arrivate dalla Nigeria, via mare, 1.450 donne, 5.600 nel 2015, oltre 11.000 nel 2016, in buona parte minorenni. il 55% delle prostitute in Italia sono straniere e il 36% di loro è di nazionalità nigeriana. L’85% delle prostitute nigeriane proviene dalla stessa città, Benin City e non perché questa sia la parte più povera del paese, ma perche’ qui i commercianti sono stati tra i primi in tutta la Nigeria a viaggiare all’estero e, probabilmente, hanno capito prima degli altri che le ragazze erano una merce molto ambita dagli sfruttatori. Tutti sanno che le ragazze che vanno in Italia finiscono quasi sempre per strada. Tutti lo sanno, ma nessuno lo dice. ….. LE FAMIGLIE SONO UNO DEI MOTORI di questo mercato illegale che permette loro di migliorare il proprio stile di vita. Case nuove, belle auto, assistenza sanitaria e un’educazione di livello per i figli. «Vedi questa casa alle mie spalle?», dice Solomon Okoduwa, presidente di una ong che si occupa di reintegrare le ragazze tornate dall’Europa. «La figlia è in Italia da quattro anni e in questo periodo sono riusciti a mettere da parte i soldi per costruire questa bella casa. Tutti sanno che le ragazze che vanno in Italia finiscono quasi sempre per strada. Tutti lo sanno, ma nessuno lo dice. …..La mafia nigeriana è inoltre nota per l’utilizzo dei ritivoo-doo per obbligare le ragazze (portate in Italia coi barconi) a prostituirsi, per le pratiche rituali cannibali, per l’espianto e il mercato nero degli organi, oltre che per il più classico spaccio di droga ed annessi. La descrizione appena fatta è talmente nera ed aliena alla nostra civiltà da far vedere le organizzazioni criminali italiane (che ormai operano in settori meno truculenti come gli appalti e il riciclaggio di denaro sporco) come dei principianti del crimine organizzato….,(da Corriere.it novembre 2017)

Chiedo a Adesola cosa posso vedere in città: a parte un museo non c’è davvero nulla. Decido quindi di concedermi una lauta colazione nel miglior ristorante della città. Tiro fuori l’abito della festa ed entro nel miglior hotel della città sbirciando , alla ricerca di un tavolo. Ecco, ho deciso dove voglio sedermi: parto tranquilla e mi sistemo, ordino da bere ed inizio a guardare “il film”. Già, sembra proprio di assistere ad una puntata di “Pablo Escobar, El Patron del Mal” la serie.  Nel tavolo di fronte ci sono due colombiani, bassi, tarchiati con lo sguardo ambiguamente cinematografico. Arrivano altri due, pantaloncino corto e canottiera bianca, con grande patacca d’oro su catena pesante al collo. Uno dei due si rivolge ai due seduti e dice“Non ti preoccupare, accetterà “, sono le uniche parole che capisco in spagnolo, seguite da un sorriso minaccioso. Sembra davvero il set di un film. Sono a Benin City, la capitale della prostituzione di uno stato tristemente famoso per la mafia e droga e, guarda caso, gli unici bianchi che incontro sono dei colombiani! 

Termino il mio pranzo ed esco senza guardarmi troppo intorno. Ma il pensiero che più mi tormenterà è il concetto base del marketing: 

“È la domanda che crea l’offerta!”

Lascio a voi i commenti sul perché ci siano tante prostituite nigeriane in Italia! 

Il giorno previsto per le elezioni siamo bloccati in un Hotel a Calabar. Ci viene detto di non muoverci già dalla sera prima, quindi il venerdì, 15 febbraio, facciamo scorta di cibo e acqua, perché non potremo uscire fino a domenica pomeriggio. Teoricamente le attività dovrebbero essere chiuse dalle 6 del mattino alle 6 della sera del sabato per le elezioni, ma, per ragioni di sicurezza, è consigliato un lungo relax. Al mattino del sabato, esattamente 5 ore prima dell’apertura dei seggi, viene dato l’annuncio che le elezioni sono spostate di una settimana. 

I due partiti principali che si contendono la vittoria, si accusano a vicenda di brogli, e di cercare di manipolare e comprare i voti. È strano sapere che i due contendenti hanno rispettivamente 72 e 76 anni, mentre più della metà degli 84 milioni di elettori hanno meno di 35 anni. Chi vincerà dovrà combattere non solo la corruzione ed un’economia lenta, ma anche i problemi di sicurezza e la carenza di energia (in tutti gli hotel dove sono stata, la corrente sparisce ogni paio d’ore e riappare dopo una decina di minuti), e la carenza d’acqua (anche qui in quasi tutti gli hotel i rubinetti girano a vuoto e per lavarsi ti viene dato un secchio d’acqua, che serve anche per il wc.

Si decide di ripartire in giornata e, a questo punto, fare scorta di cibo nel grande supermercato della città. 

Andiamo alla Spar che, normalmente, è aperta alle 10, ma uno degli addetti alla sicurezza mi dirà che aprira’  alle 11 (che saranno poi le 11:40!). Ottima occasione per parlare con Adetayo, una delle guardie del centro commerciale che mi ringrazia quando gli chiedo cosa pensa delle votazioni. “Grazie della domanda, è importante per noi far capire al mondo che purtroppo questo paese è estremamente corrotto. Io amo il mio paese e non lo lascerò mai, voglio crescere qui i miei figli, voglio finire qui la mia vita. Ma è davvero difficile, la corruzione è nell’anima ed è difficile portare via l’anima, puoi portare via il corpo, ma l’anima torna. E poi l’allocazione delle risorse e la suddivisione dei poteri (sia politico sia militare): il sud Cristiano è il più produttivo, mentre il nord musulmano è meno emancipato anche culturalmente”. Sono stupita dal fatto che una comune guardia di un supermercato sia così informata ed usi un certo linguaggio, piuttosto forbito.

Si riparte alla ricerca di una frontiera aperta, con la strada asfaltata ma con soste ogni 500 metri, a volte meno: un pezzo di legno in mezzo alla strada con chiodi. Fermi, passaporto e attesa.

 

Una cosa allucinante, mai vista, ci sono più poliziotti che civili. Alla frontiera di Xxx inizialmente ci dicono che non possiamo passare, poi però ci fanno attendere, dalle 9 alle 15, senza risposte precise. Dovete aspettare. Finalmente alle 15 arriva un responsabile, che nel frattempo ha tenuto tutti i nostri passaporti che ci conferma che è troppo pericoloso andare verso nord, quindi potremo passare la frontiera qui, ma dobbiamo aspettare la scorta che arriverà “a breve”. E dopo altre due ore, anche se  la scorta non è arrivata, possiamo finalmente passare la frontiera.

Peccato che la frontiera del Camerun sia chiusa fino a domani. 

Sarà una notte strana, davvero molto molto strana (capirete tutto nella prossima puntata)

E finalmente il giorno arriva e possiamo lasciare definitivamente quel paese che mi ha così sconvolto. Francamente avrei voluto restare più a lungo, la Nigeria è più di un semplice paese, è la rappresentazione di un cosmo, e merita una grande attenzione.

La Nigeria oggi  è un’enorme pentola sul fuoco, un immenso vulcano che potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro ed eruttare lava incandescente, una grande caffettiera in ebollizione ma senza aroma, senza caffè, solo del pericoloso vapore che potrebbe ustionare una gran parte del mondo. 

Vi lascio con alcune foto prese in giro. La qualità di tutte le mie foto è davvero scarsa, ma non è stato facile, come temo non sarà facile il prossimo paese, anche questo pieno di contraddizioni e misteri.

 

L’ultima foto è anche il mio pensiero, perche’ ora davvero penso che solo se la Nigeria sopravviverà,  anche noi sopravvivremo.

Arrivederci in Camerun, e non perdetevi il mio prossimo racconto, perché l’entrata nel paese è un’altra  storia davvero incredibile, purtroppo vera!

 

 

 

4 risposte

  1. Una polveriera.
    Leggo e rivedo un po’ i miei viaggi in Africa. Ma in Nigeria è tutto più ingigantito.
    Buon proseguimento Lauretta!
    P.S. Se vedi delle modifiche al sito non ti preoccupare 😛
    Sono stato io
    Fabrizio

  2. Incredibile experience Laura and great writing.I would honestly believe that you are a journalist if I didn’t know you.
    I look forward to your next blog
    Stay safe .Hugs from us both .Yvonne and Lorenzo.

    1. Grazie Yvonne, si, è veramente un’esperienza incredibile, e sono contenta di condividere le mie sensazioni anche con te e a Lorenzo, grandi viaggiatori. Un abbraccio

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