Dubai

 

Se pensate che un grosso villaggio di pescatori , non possa,  in pochi decenni,  diventare una  metropoli, non siete mai stati a Dubai, quello strano posto che negli anni 1940 aveva meno di ventimila persone che si dedicavano alla pesca o all’allevamento del bestiame, fino a quando si scoprì il Dio Petrolio  (che non è eterno) ed oggi si è trasformata in uno dei luoghi più turistici al mondo, con 3,5 milioni di abitanti e ben 12 milioni di pernottamenti nei primi nove mesi del 2019. Una città in lifting continuo, non fai in tempo a tornare a casa e raccontare le stranezze viste, che già sono obsolete. Credetemi,  questa è stata la mia quinta volta nella città più trasformista del mondo ed ogni volta che torno stento a riconoscerla. Il paesaggio urbano è in costante mutazione e sembra che lo scopo sia superare regolarmente la mania di grandezza, pardon, altezza!

Ma perché, direte voi, per una che vuole vedere tutti i paesi del mondo, tornare per l’ennesima a Dubai? Questa volta in realtà doveva essere solo uno stop-over per un viaggio verso un’altra destinazione che sarà oggetto del mio prossimo blog e che attendevo da molti anni. In realtà mi sono detta: “ma chissà come sarà cambiata ancora Dubai?”. Secondo voi, potevo rimanere nel dubbio? Ho deciso così che il mio stop sarebbe stato di 5 giorni, il tempo di rivedere il vecchio ed il nuovo, di ritrovare i ristoranti che tanto avevo amato (e perché no, scoprirne di nuovi) e soprattutto di prepararmi psicologicamente alla mia prossima meta, così insolita ed enigmatica.

E poi, purtroppo, oggi sono rimasti pochi i paesi dove il livello di crimini è basso e dove ti senti sicura ed io, che sto viaggiando da sola, amo trovarmi in un luogo dove posso tranquillamente fare anche la passeggiata serale senza l’ansia del buio e lasciarmi andare con i-phone alla mano e naso all’insù, senza temere lo scatto del borseggiatore in agguato.

Dubai è un cocktail ben shakerato: un mix di New York (grattacieli a gogo) Disneyland (parchi divertimento per ragazzi e diversamente giovani), Las Vegas (solo per il clima e le stranezze che si trovano, perché il gioco d’azzardo è vietato dalla legge islamica), qualche spruzzata d’Italia (la nostra eccellenza culinaria è molto presente, da Bice a Cipriani, dall’Olivo di Chef Migliaccio al Ronda Locatelli all’Atlantis, fino al trendy Armani Café), Miami (“the Walk” ricorda South Beach), e la ciliegina data da quel tocco molto arabo che dona quel profumo inebriante.

Partiamo da coloro che amano l’architettura e tuffiamoci in questo paradiso di alte strutture  che si avvicinano sempre più al cielo.

Il Burj Al Arab, il famoso, eccentrico grattacielo dal design avveniristico che ricorda le vele di un’imbarcazione, è oggi più conosciuto per le sue suite da favola, che gli hanno fatto conquistare ben sette stelle lusso. Costruito su un’isola artificiale in mezzo al mare dall’architetto Huang Chu, è « accessibile a tutti ». Se non ci possiamo permettere le migliaia di euro di un pernottamento, nessun problema, basta prenotare un aperitivo allo Skyview Bar, con una meravigliosa selezione di stuzzichini (olive, taralli, mandorle, bocconcini di verdure croccanti e cialde di parmigiano con olio al tartufo, e una deliziosa mini steak tartare di manzo tagliato al coltello, su patate francesi ratte al profumo di burro salato), serviti su una deliziosa alzatina a più piani, con la stessa  forma dell’Hotel, una vela. Per circa  100€ avrete una vista spettacolare dal 27 piano, non solo all’esterno, perché questo gioiello vi accoglierà tra mosaici e decorazioni da mille e una notte. Lustri e lustrini, un vero quadro d’autore. 

 

 


 

Ma oggi il vero protagonista del  cielo è Il Burj Khalifa, 829 metri imponenti ed aggressivi, 163 piani, che si allungano verso l’infinito. Si sale fino al centoquarantottesimo piano da cui si gode una vista mozzafiato, se vi è rimasto del fiato, dopo essere stati proiettati sugli ascensori più veloci del mondo, 18m/s, pari a 64km/h, che sembra vi spediscano su Marte. Appartamenti, ristoranti ed  il lussuoso Hotel di Giorgio Armani, sfilano in altezza al Burj Khalifa.

 

 

Per me però la vista migliore è sotto, sul piazzale di fronte, mirando, sul calar della notte, le famose fontane danzanti che ballano a ritmo di musiche di artisti straordinari (dalla potente voce di Andrea Bocelli alla colonna sonora di Frozen, ad altri grandi successi internazionali), 80.000 litri di acqua sparati a 150 metri di altezza. Un gioco di luci in una coreografia che richiama turisti da tutto il mondo. Lo spettacolo inizia alle 18 e si ripete ogni 30 minuti fino alle 23:00. Ne vale assolutamente la pena

 

Chi vuole vedere il quartiere con più grattacieli può percorrere la Sheikh Zayed Road (parallela alla costa), una lunga strada scenica fatta di edifici ad incastro, lunghe frecce di varie forme, dalla silhouette accattivante. Un ottimo posto di osservazione è prendere la linea rossa della metropolitana sopraelevata, che attraversa questa arteria, permettendo così di ammirare dall’alto….l’alto!


A proposito della metropolitana leggera, questa è un ottimo mezzo per spostarsi nelle lunghissime distanze. La linea rossa collega l’aeroporto fino al prossimo Expo, per circa 45 km ed attraversa quasi tutta la città. Pulitissima, ben organizzata, una gita con vista. L’unica cosa da far presente è che noi donne occidentali siamo davvero fortunate ad avere dei meravigliosi uomini galanti che ci aiutano se abbiamo valigie pesanti e ci cedono il posto a sedere per semplice cortesia. Nel lungo tragitto di oltre un’ora dall’aeroporto a Dubai Marina, non ho trovato un “maschietto” che facesse cenno di lasciare il posto, ne’ a me, ne’ ad altre donne.  Noi non siamo fortunate perché siamo nate in Italia, ma siamo fortunate perché  abbiamo avuto genitori e nonni e avi che hanno educato i nostri fantastici Uomini (commento molto personale, e rispetto anche il pensiero contrario delle femministe!).

Per gli amanti della Dubai tradizionale, « storica », una scappata a Bur Dubai e Deira  è d’obbligo: il Creek è l’insenatura  che rientra per una quindicina di chilometri e per pochi centesimi di euro potrete traghettare salendo su un abra (tipica imbarcazione in legno che veniva già usata nell’antichità) e fare un tuffo in quel passato fatto di semplice quotidianità e di vita normale, che avevate dimenticato. Vecchi barconi, e poi vicoli e casette dove il tempo si è fermato e si può respirare l’atmosfera della Dubai di una volta, brulicante di persone e scambi commerciali.

 

 



 

 

Al Fahidi Historic District è il quartiere che ha trasformato vecchie case in gallerie d’arte, musei e mercati di tessuti variopinti. Al ritorno, sul canale, sono sorti ristoranti panoramici, con vista sul passato.

Sempre alla ricerca di autenticità mediorientale, il mercato delle spezie è il paradiso degli amanti dei colori, dei profumi, dei sapori. Qui ci sono tutte le spezie esistenti, un trionfo che amo ritrovare nei piatti tipici della cucina araba. E, a proposito di profumi, questo è il posto ideale dove far scorta di frutta secca, come datteri, albicocche e fichi. 


 

 

Poco distante, Il souk dell’oro, un reticolato di vie  pedonali molto accecanti. Già, perché qui i monili sono da 18, 21, 22 e 24 carati, questi ultimi dal giallo intenso. Normalmente usato per i lingotti, negli Emirati Arabi è particolarmente apprezzato e utilizzato  per monili di ogni genere e non solo: dai reggiseni, ai burqa, fino agli abiti. 

E poi il Bur Dubai Souk, la caverna di Ali Babà famosa per i suoi tessuti. E souvenir, tantissimi, ovunque 

 


 

 


Per gli amanti del passato il Dubai Heritage Village è un museo a cielo aperto, costruito nel 1997. Un’immersione nella Dubai antica, attraverso gli artigiani e i tessitori che mostrano la loro abilità.

A proposito di shopping, Dubai è davvero il paradiso per coloro che sognano di rifarsi il guardaroba. I Centri Commerciali sono enormi, immensi villaggi dove trascorrere la giornata senza nemmeno sapere com’è il tempo fuori.

Il Dubai Mall è uno dei più grandi centri commerciali al mondo, con oltre 1200 negozi, un acquario a tre piani, dove si può vivere l’emozione di camminare dentro un tunnel tra pesci di ogni foggia e ben 400 squali. E poi rettilari, pista da pattinaggio e un mini souk dell’oro.  La Fashion Avenue raccoglie tutti i brand di alta moda . Una passerella pedonale che parte dal Dubai Mall, porta al Souk Al-Bahar, un centro commerciale che sposa il lusso allo stile arabo. Una passeggiata tra tappeti preziosi, artigianato locale e vestiti finemente cuciti da orafi del tessuto.

 

Ma in fatto di stranezze, difficile non pensare al Mall of the Emirates. Lasciate fuori i 40 gradi del deserto primaverile e preparate piumino e calzettoni di lana. Due impianti di risalita vi portano su una straordinaria pista da sci di 400 metri, che  vi farà provare l’ebrezza di scendere da pendii innevati e fermarsi nella baita dall’aspetto molto alpino. E poi 600 negozi e oltre 100 tra bar e ristoranti


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Ed eccoci ansiosi di  proiettarci nel futuro. Palm Jumeirah è la prima isola artificiale. La straordinaria forma a palma fa attraversare lunghi viali circondati da appartamenti lussuosi, prima di arrivare all’Hotel Atlantis, anche se il termine Hotel è riduttivo. Una monorotaia porta nell’incantato mondo di Atlantide. L’Acquaventure Waterpark, il parco acquatico è il ritrovo di numerose famiglie che schiamazzano tra scivoli e tunnel, prima di spostarsi verso le vasche dei Delfini o dei leoni marini. L’acquario « The lost Chambers » ripercorre il mondo di Atlantide in un itinerario  tra splendide creature marine.

A Jumeirah è anche visibile l’unica moschea aperta al pubblico non mussulmano (tranne il venerdì, giorno di preghiera dei fedeli).

Ed arriviamo alle spiagge. La lunga striscia di rena bianca si lascia baciare dalle cinquanta sfumature di blu e verde. Le acque dell’Oceano Indiano sono pacate dalla serenità del Golfo Persico. Un mare calmo che dipinge l’immenso progetto fatto di incredibili isole a forma di palma, dove grattacieli impressionanti alzano gli occhi verso quel cielo sempre più vicino.

Una soffice sabbia per tutti, da coloro che vogliono mischiarsi al colore locale, spaparanzandosi su un asciugamano gettato sull’arenile libero, fino ai più esclusivi club con lettini hyper trendy e piscine con l’acqua dello stesso colore del mare (anche Nikki Beach ha un Resort & SPA qui). Dubai ha un clima che attira quei turisti affamati di sole e caldo che sognano di lasciare l’inverno occidentale e corrono qui, da ottobre a maggio trovando il paradiso sulla terra (se devo essere onesta, siamo a metà maggio e la temperatura è decisamente rovente, molto al limite, non oso immaginare l’estate). 

Jumeirah Road è lunghissima, troppo da percorrere a piedi. Il primo incontro che vi propongo è la cartolina futurista, con la silhouette del Burj al Arab che si proietta nel cielo d’Arabia: di fronte Sunset Beach, una spiaggia libera, ma non dimenticate di portare acqua ed un cappello: non ci sono ombrelloni e tantomeno le sognate palme. Qui tutto è liscio come l’olio, ma il sole potrebbe giocare brutti scherzi. Ci sono comunque anche comodi lettini ed ombrelloni da affittare per la giornata. 

 

Poco oltre JBR (Jumeirah Beach Residence) : Per gli sportivi qui si possono praticare tutti gli sport acquatici, per i più pigri sono anche disponibili escursioni a dorso di cammello sulla spiaggia. The Beach e’ annessa ad un centro commerciale, per quelli che non possono fare a meno dello shopping, anche in spiaggia. Lettini e ombrelloni si mischiano a ristoranti per tutte le papille gustative.


Ma i veri sportivi si ritrovano sulla lunga Kite Beach, 14 km,  dove l’acqua frizzante attira giovani (e qualche brizzolato che spera di riuscire ancora a farsi notare) che corrono sulla sabbia bianca prima di affrontare le onde. Se vi viene un languorino da sforzo fisico, la famosa Hamburgeria Salt, che prepara sfiziosi sandwich con carne di Kobe.

Se invece volete la cartolina classica, mare cristallino, sabbia bianca e meravigliose palme svolazzanti, andate a La Mer. Famiglie e coppie si mischiano in un ambiente quasi famigliare. A proposito per i bambini è stato creato il Laguna Waterpark, un parco acquatico con attrazioni per piccini ed anche molti grandi. Ma anche qui, come tutto il resto della costa, avrete lavori sullo sfondo: Dubai è un cantiere aperto H24! 

Il quartiere che più amo è Dubai Marina. Le dune di sabbia, nei primi anni 2000, hanno lasciato il posto ad un’incredibile Skyline di grattacieli dalle forme futuristiche. Un ambiente completamente artificiale ma così straordinariamente naturale. La spiaggia, The Beach, è pulita, bianca, con ombrelloni che sembrano palme  dal largo cappello che crea quell’ombra che accoglie il turista con un drink alcool free vista orizzonte per un relax totale. Situata a pochi passi da Jumeirah, per chi vuole avere tutto vicino, la spiaggia, i ristoranti, il passeggio serale e perché no’ l’hotel con spa da sogno.

Io amo soggiornare in un Hotel in questa zona anche per poter passeggiare la sera lungo « the Walk » , lo straordinario lungomare di 1,6km che mixa negozi, ristoranti a suggestive viste al tramonto. Il Dubai Marina Mall è un classico shopping center a 4 piani, ma ospita anche un hotel 5 stelle e bar vari.

Dietro il lungomare la straordinaria Dubai Marina interna è un gioco architettonico, un quadro fatto di grattacieli dalle fogge più strane (come l’incredibile Cayan Tower, a forma di spirale), che incorniciano perfettamente una baia deliziosa.

 

 

 

Si può anche scegliere una romantica o divertente crociera serale (qualcuno dirà che difficilmente le due cose coincidono, vi lascio il dubbio lanciando la proposta in coppia o con amici) su un dhow (tipica imbarcazione di legno) e godersi le viste panoramiche della baia, comodamente seduti, gustando un buffet internazionale (francamente la cucina per me è decisamente poco local, ma, si sa, io non amo il termine « internazionale » quando questo è abbinato ai fornelli).

Non vi basta tutto questo e volete vedere un’ambientazione più naturale? Nessun problema, molte agenzie in città organizzano giornate fuori porta all’insegna della full immersion nel paesaggio. Lasciarsi trasportare da provetti piloti sulle pannose dune di sabbia dai colori di quell’oro intenso che tende al rosso, è una bella esperienza. Per gli amanti dell’adrenalina, perché i ragazzi amano sfidare il loro territorio e sgommare su e giù per quegli immacolati pendii di sabbia rovente.

Welcome to the Desert Safari, che finirà con un giretto sul cammello, un barbecue con hummus e kebab, e lo spettacolo con varie danze tra cui la famosa danza nashaat. Chi vuole può farsi fare un tatuaggio con l’henné, gustare un caffè arabo tradizionale o provare il narghilè, magari dopo aver indossato un abito tradizionale. Esiste anche un’opzione « surf sulle dune » per i più sportivi. Certo anche questo in fondo è molto  turistico, ma comunque divertente. 

Non mi dilungo (stranamente) troppo sul cibo, ma vi dico che forse non c’è città al mondo dove si possa trovare cibo ottimo di qualsiasi paese. Si, perché a Dubai amano prendere il meglio di ogni nazione. Ed ecco che qui si possono trovare le migliori bistecche argentine, i migliori curry indiani, un perfetto cappuccino italiano, ed i migliori formaggi francesi: la scelta di ristoranti e’immensa, dai fast food agli iper-stellati.

Ultime news: tra alcuni mesi Dubai ospiterà l’Expo, che era previsto nel 2020, ma è stato spostato causa COVID. La Iconic Tower, una torre progettata dal geniale architetto Santiago Calatrava, doveva essere inaugurata a breve. L’edificio più alto del mondo supererà i mille metri di altezza, consacrando sempre di più Dubai come la città ipertecnologica per eccellenza. Purtroppo i lavori si sono fermati (causa pandemia COVID-19 o corruzione dei finanziatori del progetto?) e si pensa che riprenderanno l’anno prossimo, vista la probabile acquisizione di un fondo cinese. Un missile futurista con un faro alla sommità ed una Pinnacle Room (stanza del pinnacolo) che offrirà una vista mozzafiato a 360 gradi sulla città . Che dire, già solo questo meriterebbe un ritorno a breve, nella città più trasformista del mondo.

A proposito di stranezze, l’ultima volta che sono venuta a Dubai fervevano i lavoro per la creazione di “the world” , un arcipelago artificiale di oltre 300 isole,  a pochi chilometri dalla costa. L’idea era di costruire un incredibile mosaico che, visto dal cielo, riproducesse l’intero emisfero terrestre. Isole private da sogno sono state vendute sulla carta a facoltosi personaggi di tutto il mondo (da attori a “semplici” imprenditori o abili investitori, che speravano nel guadagno alla rivendita). Il 60% del progetto era già stato venduto nel 2010. Ma dopo varie vicissitudini, da un tracollo finanziario ad una nuova acquisizione pare sia ripartito, anche se solo una piccola parte è ultimata, mentre alcune isole sembra addirittura stiano affondando. Certo che leggendo un po’ del progetto, è evidente che, se sarà ultimato, dovrò tornare a Dubai perché…..in quale altro posto al mondo con un clima oltre i 30 gradi, si vuole costruire un’isola con la neve artificiale onnipresente?

Vi lascio, e parto per un “ altro mondo”, certamente lontano, oserei  dire esattamente opposto, all’effervescenza di Dubai ed anche, purtroppo per quanto riguarda la sicurezza.

Volo in uno dei più enigmatici paesi del mondo.

A presto

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