Repubblica di NAURU 🇳🇷

Quando mi chiedono qual’e’ la nazione più strana visitata non so mai cosa rispondere, ma oggi posso confermare che Nauru è davvero particolare, uno dei luoghi più improbabili del mondo, un paese che, apparentemente, non ha nulla di interessante, ma, in realtà, una storia unica ed un brutto finale (perlomeno fino ad ora). Insomma, uno di quei luoghi che si fatica a chiamare nazione, perché completamente fuori dai canoni di “Stato”.

 


Nauru e’ situato nell’Oceano Pacifico Centrale e fa parte della Micronesia, il cui nome deriva dalle parole greche “Mikros”= piccolo e “Nesoi”=isole. Un atollo dalla forma ovale, situato 42  chilometri a sud dell’Equatore e oltre 3000 Km dall’Australia, con  circa 12000 abitanti.

 

Subito si pensa ad un incantevole paradiso con palme da cocco, spiagge con sabbia come borotalco e tramonti infuocati, capanne di paglia che si affacciano sul blu dell’oceano, con in sottofondo una musica stile polinesiana ed il profumo di tiare’ e vaniglia. Niente di tutto ciò! O meglio, più o meno lo era, in passato, ma una brutta parabola dello sviluppo moderno lo ha fatto precipitare dal paese più ricco del mondo a uno dei più poveri e degradati. Quindi, se pensate di andare a rilassarvi in un piccolo paradiso terrestre , sdraiati su un’amaca e suonare l’ukulele, dopo una bella nuotata nell’oceano, cambiate Paese. Nauru e’ un’isola tropicale ma non troverai nessun frutto tropicale. Ed ecco  perché, prima di mostrarvi il disastro attuale,  è necessario raccontare un po’ di storia.

Ma inizio con qualche peculiarità di Nauru:

  • E’ l’unico Stato che non ha una capitale
  • Non ci sono fiumi
  • E’ il paese con la più alta percentuale, al mondo, di obesi
  • Non ha esercito
  • Ci sono solo 4 hotel
  • La maggior parte degli Hotel e i ristoranti accettano solo contanti
  • Non ha una moneta locale (continua ad usare il Dollaro Australiano, anche dopo aver chiesto ed ottenuto l’indipendenza,  nel 1968)
  • Non ci sono autobus (ce n’era uno anni fa, che faceva il giro dell’isola, ma poi è stato tolto durante il Covid, e mai rimesso)
  • Non ci sono taxi, quindi, per spostarsi, si usa il pulmino dell’Hotel, si affitta una moto, o un auto,  oppure si fa l’autostop: le persone sono molto gentili ed è un paese sicuro, ma….
  • Non si può camminare a piedi, o meglio, si deve camminare con un bastone e dei sassi, per cacciare i tantissimi cani randagi che girano. Purtroppo si tratta spesso di pittbull, aggressivi, un vero problema per il paese, che, però, non fa nulla per risolvere la situazione
  • Il paese ha circa 200 turisti all’anno
  • Se una donna abortisce, rischia 7 anni di prigione; se un uomo costringe una donna ad abortire, rischia 14  anni di prigione.
  • E’ il paese che ha il triste primato di distruzione dell’ambiente : l’80% della terra è ora completamente arida e non può più produrre

I polinesiani e melanesiani raggiunsero le coste di Nauru e decisero di stabilirsi nell’isola, dove iniziarono una vita fatta di pesca e agricoltura.

Durante il periodo dell’esplorazione Europea nel Pacifico, intorno alla fine del XVIII secolo, il capitano inglese John Fern rimase affascinato dall’isola, al punto di chiamarla “Pleasant Island” (isola amena , piacevole ), soprannome che Nauru conserva tuttora. Da allora, si sono alternate dominazioni diverse, da quella britannica alla tedesca, e poi australiana. Ma il destino del Paese cambiò quando il geologo Albert Ellis scoprì una risorsa così importante sull’isola, che valeva più dell’oro, all’epoca, che ne rivoluzionò il suo futuro ed il suo destino.

Nauru e’un importante luogo di passaggio degli uccelli migratori, che depongono qui gli escrementi, mentre sorvolano la piccola isola, il cosiddetto guano, ricco di fosfato, quella materia prima che aumenta la produttività in agricoltura.

In un periodo in cui c’era una disperata necessità di trovare un fertilizzante ottimale per le piante e l’agricoltura, si scopre che a Nauru si trovano le più estese miniere di fosfato del mondo. Negli anni,  il guano, l’escremento degli uccelli marini migratori, si è accumulato, creando strati solidi e fertili. Dopo questa scoperta, Nauru inizio’ ad essere sfruttata dalle multinazionali occidentali, soprattutto tedesche, britanniche e australiane.

Grandi navi arrivarono con quantità incommensurabili di denaro ed escavatori e partivano piene di fosfato.

In breve, Nauru divenne il più ricco Stato del mondo. Dopo la proclamazione di indipendenza nel 1968, il paese raggiunse, non solo gli apici della ricchezza, ma anche il record, nel 1975 , del Prodotto Nazionale Lordo per abitante più alto del mondo. Il reddito procapite di Nauru era 4 volte quello della principale economia mondiale, gli Stati Uniti . Tutta la popolazione beneficiò di questo boom economico. Nel paese di Bengodi,  gli abitanti avevano tutto gratuito: istruzione, trasporti, case e servizi sanitari. Di conseguenza, tutta la popolazione del paese ha vissuto un periodo di agiatezza senza precedenti nella storia dell’umanità.

Mi hanno raccontato di molte persone che, prima, vivevano in una casa molto modesta, e, all’improvviso, hanno iniziato ad avere giardinieri e collaboratori domestici fatti venire dall’Asia. E poi hanno comprato auto di lusso, per tutti i membri della famiglia, che, potete immaginare quanto costavano, viva la distanza dai luoghi di produzione. Ora, ditemi a cosa serve un’auto sportiva, in un paese di ventun chilometri quadrati, con la velocità massima consentita di 50km/h.

Ho trascorso ben otto giorni in questo piccolissimo paese ed ho avuto modo di conoscere e chiacchierare con la gente locale. Vi parlerò di loro senza dire il nome, per rispetto della privacy. Una signora, più o meno coetanea, mi ha raccontato storie incredibili. “La nonna, un giorno,  e’ andata in banca con le federe dei cuscini vuoti , ed è tornata con le stesse piene di banconote. Ha detto che partiva per un po’ per l’Australia. L’ho rivista dopo quasi un anno, quando è tornata ed è venuta a vivere da noi: aveva perso tutto”.

“Avevo circa diciotto anni, quando, al mio vicino, un agente di polizia, arrivò un’auto stratosferica, che aveva ordinato un anno prima, ricordo il nome, difficile, perché impiegai un po’ di tempo per impararlo, una Lamborghini: tutti aspettavano con ansia questo oggetto misterioso di cui si parlava. Ebbene, quando finalmente l’auto arrivo’, lui , grasso, pardon, obeso, non riuscì ad entrarvi. E fu così che l’abbandono’, li’, davanti casa sua, senza minimamente prendersene cura”.

Un giorno arrivarono centinaia di televisori: ogni famiglia ne aveva ordinati almeno 4. E così, chi entrava in una casa, trovava 4 o 5 televisori,  sistemati uno accanto all’altro, di fronte ad un divano.

Anche l’alimentazione cambiò: il popolo di Nauru era abituato a mangiare  pesce, frutta e verdura. Il contatto con l’esterno e la curiosità dei paesi lontani, ha fatto conoscere loro quei cibi grassi e pieni di conservanti, tipici dell’Occidente. Potete  immaginare le conseguenze,  in un fisico non abituato ad essere bistrattato.

La ricchezza improvvisa, portò il governo a fare investimenti all’estero, tra questi,  l’acquisto di giacimenti di fosfato in India, oltre alla famosa Nauru House,  un grattacielo a Melbourne, in Australia, che si rivelarono un grande fallimento. Quest’ultima fu svenduta,  nel 2004, per rimborsare alcuni creditori.

E poi investi’ in una compagnia aerea nazionale con una capacità decisamente superiore alle necessità.

Nauru affrontò una seria crisi economica negli anni ‘90, cercando disperatamente aiuti finanziari internazionali.

La totale mancanza di controllo e di lungimiranza, ha, purtroppo, portato alla situazione attuale. Gli abitanti si sono  fatti coinvolgere da una ricchezza improvvisa, che li ha fatti vivere per anni nel lusso, ma, se da una parte tutti i servizi erano gratuiti, dall’altra nessuno si preoccupava del dopo. E così, quando le risorse sono finite, spolpata fino all’osso, Nauru è stata totalmente abbandonata al suo triste destino.

Le aree boschive sono state distrutte per creare una miniera a cielo aperto ed il cambiamento climatico, con periodi di siccità, ha dato il colpo di grazia.

Negli anni 1990, dalla disperazione, e sperando di fare cassa, il governo di Nauru ha cercato di far diventare il paese un paradiso fiscale, attirando riciclatori di denaro da molte nazioni, fino al 2005, quando le pressioni esterne, hanno messo fine all’illegalità. All’epoca, Nauru  diventò un punto di riferimento per i Cartelli della droga, Al Qaeda  e altri. La sola mafia Russa ha riciclato circa 70 miliardi di dollari.

L’ultimo tentativo di recuperare soldi e’ l’accordo del 2001 con l’Australia: Nauru ha accettato di accogliere, in specifici centri,  gli immigrati  clandestini, che raggiungono l’Australia senza permesso, via mare. La “Pacific Solution” prevede di accogliere qui i profughi  (principalmente afghani, iracheni, sudanesi e somali), in cambio di un cospicuo sostegno finanziario. Anche qui, pressioni esterne hanno diffuso voci su trattamenti da “lager” all’interno dei centri. In realtà, gli abitanti del luogo mi confermano che i profughi erano totalmente liberi di girare per il paese, anzi, per un certo periodo, le bambine locali si chiusero in casa, perché erano spesso oggetto di attenzione da parte dei giovani ragazzi stranieri, che giravano per la nazione. (Mary mi confermerà che in quel periodo era costretta ad accompagnare la figlia a scuola, impaurita, proprio perché un gruppo di ragazzi somali l’avevano fermata e chiesto di andare a fare un giro con loro, fuori dal centro).  Fatto sta che, il 24 giugno 2023, “pare che” l’ultimo rifugiato sia stato trasferito in Australia, anche se il centro di detenzione resta aperto in caso di nuovi arrivi: per questo motivo, l’Australia continua a pagare 350 milioni di dollari all’anno.

Nauru cerca disperatamente soldi, ovunque: nel 2008/9  ha riconosciuto l’indipendenza del  Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, entrando a far parte di quei 4 stati (con Russia, Venezuela e Nicaragua) che hanno riconosciuto la sovranità di queste due entità politiche. Per questo, ha ricevuto circa 50 milioni di dollari, in aiuti umanitari, dal Cremlino.

Nauru e’ quindi passata da “Pleasant Island”  a “which future for the Island?”

Oggi Nauru è un buco nero, un paese che ha perso totalmente il controllo ed è in decadenza totale. Quello che poteva essere un paradiso tropicale e’, oggi, una terra desolata.

Il 90% della popolazione è disoccupato, e, probabilmente, sarà costretta ad abbandonare il paese, anche se, in mancanza di incentivi su percorsi formativi, la maggior parte della popolazione in età lavorativa sarebbe manodopera non qualificata. Nauru attualmente sopravvive grazie agli aiuti Internazionali che arrivano dall’Australia, ma anche da Taiwan, dalla Cina  e dalla Federazione Russa. Ed i cartelli sono chiari: ecco un messaggio di Taiwan, non lontano da quello della Cina!  Qui c’è una “competizione “ aperta.

 

Pare che, recentemente, la Cina abbia promesso più soldi o aiuti….ma Nauru deve chiudere i rapporti con Taiwan.

L’area abitabile si è ristretta ad una striscia di terra intorno alla costa, niente più. La barriera corallina è stata distrutta, e, di conseguenza, una parte della pesca ha subito danni irreversibili.

L’alimentazione della popolazione è passata da verdura, frutta e pesce, a cibi conservati in scatola. Anche per quanto riguarda l’ approvvigionamento dell’acqua dolce, tutta la popolazione dipende da un unico impianto di desalinizzazione. Nauru ha i più alti tassi di obesità al mondo .

L’aspettativa di vita media  è oggi inferiore ai 64 anni (60 per gli uomini e 67 per le donne)

In effetti, studi sulla popolazione,  hanno spiegato la tragedia, partendo dalla vecchia teoria genetica del “genotipo frugale”. Gli antenati dei Nauriani hanno avuto una vita difficile: le vecchie generazioni si sono alimentate solo di pesce, radici, noci di cocco. Nel loro passato ci sono anni di carestie e fame (soprattutto durante le guerre ed il dominio giapponese): per questo,  nella popolazione, si sarebbero selezionati dei geni in grado di accumulare l’energia necessaria per vivere, anche da quantità minime di cibo. Il corpo dei nauriani non aveva bisogno di grandi quantità di alimenti. Ecco che, di conseguenza,  l’arrivo di un’alimentazione di tipo occidentale, straricca di grassi, zuccheri raffinati e calorie, ha avuto un impatto bomba, facendoli diventare obesi.

Una dieta di scarsa qualità ha fatto sì che Nauru detenga da anni il titolo di nazione più grassa al mondo, con il 70% della popolazione obesa, il 97% degli uomini e il 93% delle donne sovrappeso. Il peso medio è di circa 100 chili a persona. Purtroppo, proprio per questo, c’è anche il più alto tasso di diabete di tipo 2, che è superiore al 45%, dopo i 55 anni. Ed ecco , quindi, che, quello che è stato il paese più ricco del mondo,  è diventato un paese con un’aspettativa di vita breve.

Inoltre i Nauriani non fanno nulla. Di giorno il paese sembra disabitato: ogni tanto si vede qualcuno che sonnecchia sotto un albero o su un’amaca, ma, in genere, stanno in casa, a riposare al fresco. La sera, si ritrovano in alcuni caffè locali, con la musica a fondo,  tutta la notte. 

I supermercati (gestiti principalmente da cinesi) sembrano di un paese del terzo mondo, con enormi scaffali vuoti, e solo scatolame, bibite gasate e colorate, buste di cibo precotto con conservanti, molti pacchi di biscotti e dolciumi vari, compresa l’onnipresente Nutella.

 

I ristoranti sono pochi, o meglio, la maggior parte,  cinesi, che si sono adeguati al gusto, ormai “grasso” del paese e quindi non è possibile ordinare un semplice pesce alla griglia. Tutto è condito con un sapore di strutto non naturale (per carità, nulla con lo strutto, ma qui il gusto di unto permane per ore).


Ho trascorso una parte del mio soggiorno in un appartamento di un hotel, con la cucina. Viaggiando molti mesi, sognavo di poter cucinare qualcosa di sano, ma, credetemi ho avuto difficoltà a trovare verdura fresca, le uniche verdure che ho trovato sono carote, cipolle, cavolo e pomodori (tra l’altro senza gusto). L’approvvigionamento del paese di prodotti freschi, avviene una volta ogni due settimane (a volte anche di più), i prezzi sono salati, e la maggior parte della popolazione mangia solo verdura e frutta conservata in barattoli.

Nessun prodotto agricolo può più crescere in questa terra arida e con un alto grado di acidità.

Gli abitanti dipendono totalmente dal cibo in scatola processato che arriva dall’Australia, tranne il pesce,  anche se il mare vicino è stato inquinato, per il modo con cui i fosfati venivano caricati sulle navi. Per cui, anche la pesca, non è in grado di soddisfare totalmente le esigenze di alimentazione della popolazione. C’è un solo supermercato che ha un po’ di frutta e verdure . Due banane costano circa 4 euro, un cavolfiore (quando si trova)  12€/kg ed un’anguria quasi 40€/kg. Le mele possono arrivare a 9€/kg, I mandarini a 16€/kg ed i pomodori (nemmeno molto succosi!) oltre  10€/kg

 

Un altro problema del paese è il tabagismo: il 53% della popolazione è dipendente dal fumo.

Nauru e’ la più piccola repubblica indipendente del mondo. (Perché Città del Vaticano ed il Principato di Monaco non hanno istituzioni repubblicane). Il governo nazionale è composto da diciannove parlamentari. Il paese ha ottenuto l’indipendenza dall’Australia il 31 gennaio 1968, non ha coniato una moneta e quindi continua ad usare il dollaro australiano.

La bandiera di Nauru 🇳🇷 mostra una stella bianca a 12 punte, che simboleggiano le 12 tribù del paese. Di queste 2 sono estinte. La popolazione ha origini Melanesiane, Micronesiane e Polinesiane. La stella è posizionata nel blu (simbolo dell’oceano) e sotto la linea gialla (simbolo dell’Equatore)

 

 

 

 

C’è un futuro per Nauru? Oggi il paese sta aspettando l’approvazione, per iniziare l’estrazione mineraria in acque profonde (con la Metals Company Canadese): il progetto prevede di portare alla luce pietre contenenti metalli come nichel, cobalto, manganese e rame, fonti di energia. Ma scienziati e studiosi cercano disperatamente di bloccare il progetto, sostenendo l’alto rischio per la fauna marina, in seguito alla riduzione da parte dell’oceano , della capacità di assorbire carbonio.

Il governo pare non abbia altri piani e, comunque, tutte le risorse del paese sono esaurite. Nauru è diventato uno dei tristissimi esempi dello scempio provocato dall’uomo.

Nel frattempo, la disperazione porta alla ricerca di denaro a tutti i costi. Ed ecco che qualcuno propone anche soluzioni piuttosto “strane”, tipo proporre al Giappone un appoggio nella folle campagna di richiesta di autorizzazione per la caccia alle balene, naturalmente in cambio di un bel po’ di quattrini.

Ed ora parliamo del turismo, quasi inesistente nel paese, con circa 200 persone all’anno, la maggior parte dei quali, oserei dire, come me, ha scoperto Nauru solo perché vuole visitare tutti i paesi del mondo, anche se poi, in realtà, sono stata molto felice di aver conosciuto questo angolo di mondo. Qui vengono tutti in “toccata e fuga” , facendo un veloce giro per vedere i relitti abbandonati dai giapponesi durante la Seconda Guerra mondiale, visitare il museo e … via, l’importante è avere un timbro sul passaporto per poter dire “ci sono stato”. Io detesto questo tipo di viaggiatore, che considero solo turista mediocre ed amo invece i ritmi lenti e, soprattutto, cercare il contatto con la gente locale. I Nauriani sono un popolo tranquillo, non conoscono lo stress, sorridono spesso, si muovono lentamente (e non solo per il loro peso!) e sono felici se gli rivolgi la parola. Il paese è molto sicuro da questo punto di vista. Purtroppo però, per visitare tranquillamente il paese, c’è un problema, che crea insicurezza a camminare, soprattutto alla sera. Durante l’epoca d’oro, molti abitanti comprarono cani pitbull, simbolo di forza. Quando iniziò la crisi, i cani vennero abbandonati. Oggi, nel piccolo paese, secondo un censimento fatto dalla Polizia locale, esistono circa 4000 cani e solo 938 ufficialmente registrati; questo significa, che oltre 3000 cani randagi girano, disperati,  alla ricerca di cibo. Un problema enorme, che ha toccato l’opinione pubblica solo quando agenti australiani, che lavoravano nel centro rifugiati, sono stati attaccati più volte. Alcuni anni fa, una bimba e’ stata sbranata. Chi vive nel Paese, gira con un bastone e delle pietre. Io stessa ho provato la brutta esperienza di andare, sola, a vedere la splendida spiaggia deserta dietro il mio Hotel. Ad un certo punto,  ho visto 6 o 7 cani che hanno iniziato ad abbaiare e correre verso di me. Avevo un bastone (datomi  dall’Hotel), ma, nel panico, sono caduta in mezzo alla sabbia. Fortunatamente sono riuscita a rialzarmi subito, e urlando e gettando pietre, si sono fermati, continuando ad abbaiare. Ho camminato minacciandoli con il bastone ed indietreggiando, fino a quando un ragazzo mi ha sentita urlare, ed è corso, cacciandoli. Una delle esperienze più brutte della mia vita, forse proprio la peggiore. Sarà perché io adoro i cani, e, per la prima volta in vita mia, ho provato quella brutta sensazione di poter essere sbranata.

Tornata in Hotel, mi hanno detto che stanno cercando di porre rimedio, ma oramai i cani si moltiplicano come conigli. Ed è quello che ho visto, girando per il paese, tassativamente in scooter….centinaia di cagne con le mammelle ancora gonfie, magre, che vagano.

Questa è una foto non mia, ma presa da un articolo che spiega il problema

 

Ed ora partiamo alla scoperta di Nauru.

L’atterraggio è davvero particolare. Consiglio di chiedere  un posto finestrino, così ti puoi godere la vista di tutto, ma proprio tutto, lo Stato, dall’alto.

Apparentemente sembra un atollo posato lì, in mezzo al blu dell’oceano, ma, guardando meglio, si potrebbe anche pensare ad una scena di un film, dove si mostra la terra deserta e desolata, anni dopo che un’esplosione ha distrutto gran parte della vita.

Dopo l’atterraggio, l’aereo attraversa la strada. Si, avete capito bene, c’è un operatore che chiude la strada, come se fosse un passaggio a livello e il treno, pardon, l’aereo, attraversa per procedere fino al parcheggio nel piccolo terminal.

L’entrata è veloce, se hai il visto, soprattutto se validato dall’efficiente Cramer, un agente locale che vive a Brisbane e che ho avuto l’occasione di conoscere personalmente.

In tutto il paese esistono solo 4 Hotel, ed è difficilissimo avere risposte. Ho inviato tantissime e-mail: due non hanno mai risposto. Gli altri, che ho poi prenotato, hanno risposto al terzo-quarto tentativo! L’Hotel Menen è il più grande ed è di proprietà del Governo. Quello che sicuramente nel periodo del boom del fosfato, era un bell’albergo, oggi sembra un vecchio abbandonato, che necessita di manutenzione e, in alcune parti, direi di una ricostruzione completa. A oltre 100€/notte viene venduto come l’unico luogo in tutto il paese che possiede una piscina. Ed eccola la piscina….. no comment!

Dietro c’è anche una bella spiaggia, ma, oltre ad essere piena di immondizia, è anche dove ho avuto la bruttissima esperienza con il branco di cani.

 

L’hotel più frequentato è Ewa Lodge (gestito da Capelle&P, di fianco al grande supermercato): purtroppo nessuna risposta alle mie 6 e-mail! Ho scoperto che in realtà va prenotato con mesi e mesi di anticipo perché sempre occupato da chi viene a Nauru per lavoro (compresi piloti e equipaggio).

anche qui, di fronte c’è una spiaggia

Per  gli amanti del mare, qui tutto è impossibile:   Nuotare nel mare è pericoloso.

Nauru e’ un’isola di soli 21 chilometri quadrati, e la vita si svolge tutta lungo la costa. Il paesaggio lungo il mare mostra dei pinnacoli che sporgono dalla barriera corallina. Le maree nascondono in parte i pinnacoli e, chi pensa di fare una nuotata, rischia di lacerarsi le gambe, contro questi “mostri” che sono solamente fotogenici, perché in realtà, hanno delle  “mortali” punte di fosfato.

 

 

Le formazioni rocciose si innalzano fino a 5 metri sopra il livello del mare. Anche se sembrano sculture, a causa delle rocce, non è possibile l’ attracco delle grandi navi. Per questo, per trasportare il fosfato, furono costruiti dei nastri trasportatori su strutture a traliccio…. oggi, lungo la costa, si passa davanti a questa brutta visione: le vecchie attrezzature minerarie giacciono lì, arrugginite,

 

 

 

Anibare Boat Harbour, e’ l unico luogo balneabile del paese. Le mura protette del porto, imprigionano  il mare e lo calmano, lasciando la possibilità a chi vuole nuotare, di farlo lontano da pericoli. Questo è l’unico posto sull’isola, dove ho visto persone nuotare. Per il resto, oltre al pericolo delle mortali punte di fosfato, le correnti sono piuttosto forti e quindi il mare aperto e’ pericoloso.

 

 

Poco più avanti, vicino a questa bella spiaggia, le gigantesche formazioni rocciose  spuntano dal mare creando un effetto visivo di grande intensità. I pinnacoli calcarei sono belli e pieni di vita: nascondono i granchi, che vi cercano riparo dopo essere usciti, velocissimi, dalla sabbia

 

 


Sulla baia di Anibare, si trova anche un “bunker”, un posto di guardia, costruito dai giapponesi nella seconda guerra mondiale

 

Ho avuto la fortuna di incontrare gente locale che mi ha accompagnata in giro per il paese, facendomi scoprire luoghi misteriosi.

La laguna di Buada e’ l unica vera bellezza naturale del paese, con i suoi alberi tropicali lussureggianti e la vegetazione di un verde intenso. Questo è un lago endoreico, cioè uno specchio d’acqua senza sbocchi sul mare. Per secoli, le tribù di Nauru allevavano qui i pesci da latte (o cefaloni)

 

Poco distante, sorgono i resti della casa del vecchio Presidente, con vista mare e piscina, tutto abbandonato dai tempi d’oro


Ma per gli avventurosi e curiosi della storia, bisogna addentrarsi ancora più all’interno. David  mi ha portato con il suo pick-up, lungo una strada che si inerpica tra arbusti e rocce, fino al punto dove la strada è diventata così stretta e la boscaglia così fitta, che abbiamo dovuto lasciare la macchina e proseguire a piedi.

David fa strada, tra i rovi, finché non si arriva ad uno spiazzo: ed eccolo, il famoso cannone da guerra giapponese, che mostra i segni dell’età. Command Ridge, un grande cannone a doppia canna, a 65 metri, è il punto più alto di Nauru,

 

 

Il paesaggio mostra pinnacoli di varie forme, quasi sculture in mezzo ad una natura ancora viva.

 

 

Più avanti, si arriva in un’altro luogo che solo i locali conoscono. Anche qui bisogna lasciare la strada ed addentrarsi in mezzo alla foresta. Sembra un paesaggio surreale, quasi la ricostruzione di un film che ricorda una mini, ma proprio mini, Angkor Wat. 

 

Tunnel naturali, un passaggio segreto.


Poi,  all’improvviso spuntano strane, piccole, costruzioni . Le prigioni giapponesi abbandonate della seconda guerra mondiale, sono cellule minuscole, con le pareti ammuffite.

 

 

La strada prosegue, tra buche e auto abbandonate, rottami che si intrecciano con le sterpaglie, in una brutta , indecorosa visione di lassismo.

 

 


Finalmente si arriva nel centro dell’isola e qui si vede lo scempio. Ci sono ancora escavatori e persone che lavorano,  strappando, dalla terra urlante, l’ultimo fosfato.

 

All’improvviso, dopo una strada sterrata e saltellante, ecco apparire i famigerati “campi profughi”. Lo STOP indica chiaramente il limite da non varcare.

 

 

 

 

 

E qui penso alle informazioni contraddittorie che ho ricevuto. Al Capelle&Partner, luogo d’incontro degli abitanti e degli stranieri (i pochi turisti che arrivano durante l’anno, e tutte le persone che lavorano nel paese, provenienti da Australia, Cina ecc.) ho conosciuto John ( lo chiamerò così, per tutelare la sua privacy), un signore che ha lavorato come guardia giurata al campo profughi e mi ha confermato, anche lui come Mary,  che i “rifugiati” erano totalmente liberi di girare per l’isola, tant’è che si trovavano spesso proprio qui, nel famoso luogo di aggregazione del paese. Ho anche parlato con Edward, che mi ha confermato che il governo imponeva una tassa, per un visto “da giornalista”, di ben ottomila dollari!

Proseguendo verso la costa, si passa accanto alle vere prigioni dello stato

 

 

La domenica tutto è chiuso. A parte un paio di piccoli ristoranti cinesi, non c’è anima viva in giro, tranne al mattino, quando si ritrovano tutti nelle tante chiese del paese, durante la funzione. I Nauruani sono molto religiosi, la religione predominante è quella cristiana, di questi, un terzo dei fedeli e’ cattolico e due terzi sono protestanti.

 

Dopo aver chiesto consiglio ad un’allegra famigliola su dove pranzare, sono invitata al loro tavolo.

 


Comunque sia, in generale, non ci sono molti ristoranti, a parte i vari cinesi. Il migliore per me è The Bay, vicino alla spiaggia di Anibare. Ogni giorno c’è la proposta dello chef ed io sono stata fortunata , un giorno, a trovare delle buone cappesante.

 

 

L’altro è al Menen Hotel, anche se, secondo me, decisamente meno buono.

 

 

Anche i piccoli supermercati sono gestiti da cinesi, tranne il più grande del paese. Capelle & Partners ha il supermercato più fornito, un negozio di articoli per la pesca, un negozio di alcolici ed una caffetteria,  che serve anche pasti caldi (soprattutto pollo fritto, patatine e riso). Quest’ultima è il ritrovo di tutti, locali e stranieri.

Il Museo Naoero è stato inaugurato il 30 gennaio 2019 e si trova davanti all’aeroporto. Un bel punto di partenza per conoscere la storia del paese.

 


Questo era il “trenino” che trasportava il fosfato.

 

 

Davanti all’aeroporto sorge anche il palazzo del governo

 


Quando sto per partire, Mary, che mi accompagna all’aeroporto, mi dice: “hai scelto un posto finestrino?”. “si, faccio sempre così, mi piace vedere il paese dall’alto. E poi Nauru è così piccola che la si vede tutta, nella sua bella forma ovale”. E lei : “guardala bene e vedrai che non è proprio ovale… la sua forma, oggi, è come quella di una Lacrima!”

Cammino verso l’aereo, un ultimo saluto all’aeroporto

 

E poi, via, si vola, con lo sguardo dal finestrino.

 

Mary aveva proprio ragione, vedo una grande Lacrima. 

Addio stato lillipuziano, quanto mi hai fatto riflettere!

 

 

Per chiudere in bellezza, anche se non ho fatto molte foto a persone, ne lascerò una come esempio di  un popolo cortese, sorridente, forse un po’ troppo naïf , ma comunque accogliente ed estremamente gentile.

 

 

 

 

4 risposte

  1. Che tristezza leggere di come siano riusciti a distruggere un’isola, che immagino sia stata un paradiso prima dell’estrazione del fosfato, per i soldi.

    1. Si è stata un’esperienza toccante, anche perché stando lì una settimana, sono diventata una presenza conosciuta e quindi ho potuto parlare con le persone. sentire le loro storie, e vederli così, passivi, inerti, senza prospettive… che tenerezza! Diciamo che anche gli aiuti che arrivano dai vari paesi, non aiutano a creare lavoro… e’ il classico reddito di nullafacenza… che, da una parte pulisce le sporche coscienze e dall’altra crea parassitismo. Ma, in questo caso, purtroppo, non essendoci più nulla sul posto, sarebbe comunque difficile creare del lavoro

  2. Ho letto con piacere l’articolo sulla Repubblica della quale non conoscevo l’esistenza : ha destato interesse e, allo stesso tempo, una certa tristezza…anche se ne avessi la possibilità , penso proprio che non lo visiteremo soprattutto per l’esperienza con i cani randagi.
    Un caro saluto anche da parte di Ermanno
    Buon proseguimento
    Antonietta

    1. Si, è un luogo molto particolare, non certo da turista classico, però secondo me vale la pena perché dimostra come il denaro possa fare enormi danni: perché ha arricchito alcune persone, illuso altre e distrutto un piccolo paradiso. Una vera lezione che, secondo me andrebbe raccontata al mondo intero, soprattutto ai giovani, che dovrebbero proteggere l’ambiente e non distruggerlo solo per Dio denaro. Un caro saluto a voi, dagli Stati Federali della Micronesia

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