Se vi faccio vedere un po’ di cartelli stradali, riuscite ad indovinare il paese dove mi trovo?
KIA ORA! Benvenuti in Nuova Zelanda, quel paese poco più grande della Gran Bretagna, ma con solo cinque milioni di abitanti. Un luogo dove il numero di pecore e’almeno dieci volte il numero degli abitanti e vi capiterà di viaggiare in una strada dove sarete le uniche persone in mezzo a mandrie con migliaia di capi che vagano tranquillamente nelle immense proprietà terriere.
La Nuova Zelanda è un’immersione totale in un quadro dominato da tutte le sfumature di verde, con un terzo del paese che è parco nazionale.
Vi troverete in un luogo dove, nello stesso giorno, potrete sperimentare le quattro stagioni, passando dal caldo estivo, al fresco e bagnato inverno: tra l’altro questo è anche il paese dove l’isola del Nord è più calda dell’isola del Sud, un’altra particolarità di una nazione che è un sogno reale per gli amanti della natura.
La strada che da Auckland porta verso il nord si presenta con colline verdeggianti, e splendidi fiori colorati, che crescono spontanei, lungo la strada.
Ogni tanto, sul ciglio della strada, lontano dalle abitazioni, ci sono vecchi frigoriferi o grandi cassette della posta con dentro uova o vasetti di miele, o avocado….tutto è li, a disposizione. Basta scegliere, mettere i soldi nel cassetto e prendere i prodotti che si vogliono comprare, in una sorta di self service all’aperto, in mezzo alla natura.
La foresta di Kauri è un polmone di verde nel verde. I Kauri sono alberi giganteschi che possono raggiungere i 50 metri di altezza e 10 di circonferenza (anche se nel passato sono stati trovati alcuni esemplari con una circonferenza di 20 metri). Il Kauri Millenario è considerato uno dei più rari legni al mondo poiché si trova solo in questa ristretta zona del nord della Nuova Zelanda. Nella Kauri Forest ci sono vari percorsi a piedi che portano al Lord of the Forest e al bellissimo Father of the Forest.
La strada prosegue, con mucche al pascolo in un’atmosfera bucolica , grazie anche ai fotogenici pohutukawa, iconici alberi simbolo del paese. Queste piante sono dette anche “Alberi di Natale” perché, a dicembre, sbocciano stupendi fiori rossi.
Lungo la strada possono capitare incontri casuali interessanti, come quello con Bruce, benzinaio di un paesino interno. Nel capannone,dietro la pompa di benzina, si cela un tesoretto. Lui, meccanico anche per diletto, restaura e colleziona vecchie auto e moto.
Avvicinandosi alla costa orientale, si incontrano prima le Cascate Kerikeri, e poi appaiono scorci panoramici.
Come Mangonui, con i suoi edifici che ricordano l’epoca dei pionieri.
Le spiagge si susseguono, bellissime nelle giornate di sole, quando romantiche nuvole sovrastano la sabbia dorata.
La strada continua a nord verso il mitico Capo Reinga.
Una delle deviazioni più belle del mio viaggio e’ proprio una ventina di chilometri prima del capo. Il paesaggio cambia all’improvviso e, chiudendo gli occhi, ti ritrovi catapultato in Africa, nel deserto. Le dune di Te Paki sono una bellezza senza età, un’immagine quasi surreale. Affondare i piedi nella morbida sabbia e arrancare, per salire sulle dune, da’ un gran senso di libertà.
I colori cambiano durante la giornata
Questo è anche un luogo dove si può fare Sand Surfing
Si riparte, tra le sfumature di verde che circondano un’unica strada, verso la fine della Nuova Zelanda, quel punto che sfiora l’infinito.
Eccolo, uno dei luoghi più fotografati della Nuova Zelanda del Nord , la punta più settentrionale. Cape Reinga e’ considerato un luogo sacro dai Maori. Il suo nome locale è “Te Rerenga Wairua”, che significa “il luogo di salto degli spiriti”, quindi il luogo da cui le anime dei morti partono per l’ aldilà. Qui il Mar di Tasmania si unisce con l’Oceano Pacifico. Non solo un luogo iconico, ma anche di grande bellezza, con altissime scogliere di terra vulcanica. La passeggiata al faro cambia a seconda del clima, da romantica, verso il tramonto di una giornata soleggiata, a drammatica, quando vento e pioggia creano quella coltre nebbiosa che sa di film dell’orrore. Comunque sia, questo luogo è pieno di magia.
Tornando verso sud, i villaggi spuntano come funghi, affacciati dolcemente su quella strada panoramica della costa orientale.
A Taipa si può vedere un museo di macchine d’epoca, nascosto, dietro ad una fattoria.
Più avanti, iniziano le baie da sogno, quelle cartoline reali, dove il turismo, anche locale, trascorre le proprie vacanze. Vi consiglio una sosta a Matauri e la sua spiaggia di coralli (purtroppo la foto, in una giornata nuvolosa, è un po’ triste), prima di riprendere la strada interna e ritornare alle infinite sfumature di verde.
Qui, a Waipapa, un cartello indica gelato di mirtillo artigianale. La strada porta a casa di un personaggio decisamente originale , che coltiva mirtilli e li prepara in vari modi. Tra questi un cremoso gelato, tra i migliori mai mangiati in vita mia. In effetti, dall’idea di due fratelli, nasce un prototipo di frullatore che permette di miscelare direttamente la frutta fresca (in Nuova Zelanda ci sono campi di mirtilli, fragole e lamponi), con il latte (o lo yogurt) e trasformarla all’istante in cremosissimo gelato goloso. Oggi nel paese esistono moltissime gelaterie che usano questa macchina straordinaria. Il successo del “frullatore” Little Jem ha ormai varcato i confini ed è arrivato anche in Alaska.
Nella Nuova Zelanda del Nord saranno molti i luoghi come questi, lungo la strada, tutti produttori e venditori di ottimi frutti (mirtilli, lamponi, fragole) e deliziosi gelati.
Ecco che inizia uno degli spettacoli naturali più belli della Nuova Zelanda del Nord, la Bay of Islands, una costa frastagliata che sembra un dipinto d’autore. Baie, spiagge, nicchie di natura incontaminata che appaiono dietro una curva che sale e scende su dolci pendii.
Le pennellate d’autore si susseguono. Ed in questo contesto si inserisce lo splendido paese di Russell, un incontro tra vecchie glorie e modernità.
Alcuni angoli del paese ricordano la vecchia, gloriosa Gran Bretagna del passato.
La passeggiata sul lungomare è perfetta la sera, quando i ristoranti si animano. The Duke of Marlborough e’ uno splendido Hotel e ristorante, il posto ideale anche solo per un aperitivo. The place to be!
Le belle case splendono, con vista mare, in un set quasi cinematografico.
Lasciata la costa si parte per Auckland.
Lo skyline di Auckland sfila in un’altra giornata uggiosa, fatta di alternanze di grigi.
Dalla Sky Tower, una bella visione sulla città mostra, da una parte, la grande baia, con i vari porti, e dall’altra, i grattacieli che svettano altezzosi, per mostrare che il paese non è solo natura, ma anche modernità.
Auckland ha un’anima vivace , tra vecchi edifici dal fascino antico, musei, teatri
ed una bella baia, con una marina dove camminare, per poi sedersi ad uno dei tanti ristoranti a bere un drink e, perché no, mangiare un ottimo fish and chips
La strada che porta alla penisola di Coromandel e’ sinuosa, attraversa una foresta incantata e sale e scende verso il mare, offrendo paesaggi mozzafiato che spuntano proprio dietro una curva. Dall’alto, le baie sembrano gioielli incastonati nel verde.
In una giornata uggiosa, scendendo a valle, le spiagge appaiono piatte con il grigio del cielo che si specchia nel mare cinereo e la sabbia dalle sfumature sbiadite. Peccato!
Coromandel e’ meta di amanti della natura: un paesino piuttosto silenzioso, con la fila di negozietti dal sapore retrò e belle case e chiese bianche. I Neo Zelandesi vengono qui con i loro piccoli motoscafi, per partire alla scoperta delle isole di fronte. La pesca è anche un’attività molto praticata in Nuova Zelanda.
A pochi chilometri dal centro abitato, sorge la foresta. Qui, a Driving Creek, si può fare un’escursione carina. Barry Brickell ha costruito un trenino (rotaie comprese) che si inerpica nella foresta, tra kauri (alberi) secolari, fitte felci dal color verde smeraldo e piccoli tunnel scavati manualmente. Lo scopo era trasportare grandi quantità di argilla al suo laboratorio di sculture. La storia è troppo lunga per essere raccontata, ma e’ un esempio di gran genialità. Il piccolo sbuffone sale, per quasi tre chilometri. Un’immersione nella natura ed in un tempo passato, dove la nostalgia si mischia alla tranquillità di un luogo che sprizza linfa da tutti i pori.
Si riparte, attraversando ancora montagne verdi, e villaggi, fino ad arrivare sulla costa orientale.
Uno dei luoghi iconici della penisola di Coromandel, e’ la riserva marina di Te Whanganui-A-hei (Cathedral Cove). L’anima di questo luogo è antica.
Dalla spiaggia di Hahei partono motoscafi che, in pochi minuti, portano a Cathedral Cove e poi intorno alle varie isole che sono uno degli scenari costieri più spettacolari della Nuova Zelanda. Le bianche scogliere sono di ignimbrite, una roccia vulcanica formata da pomice e cenere…. di 8 milioni di anni fa. Purtroppo un terribile uragano recente (febbraio 2023) ha distrutto la scalinata che conduceva all’arco di roccia, quindi, per motivi di sicurezza, oggi il sentiero è chiuso. Per raggiungere la spiaggia e l’arco, si deve tassativamente passare dal mare, con un gommone che lambirà la spiaggia, permettendo una visione del luogo magico interessante, anche se meno scenica.
Le isole intorno fanno tutte parte di una Riserva Marina, tra lussureggianti foreste pluviali e acque limpide: splendide scogliere, baie e grotte sceniche dalle varie tonalità di rosa.
Poco distante, Hot Water beach e’ un luogo molto turistico. Il nome deriva dalle sorgenti termali sotterranee. Qui, durante la bassa marea, un angolo di spiaggia viene preso d’assalto dai turisti. Con una pala si scava una fossa, dove distendersi, in un’acqua caldissima che ristora. Purtroppo l’area è piccola, il tempo della bassa marea pure, e l’ afflusso di gente elevato.
Si riprende la strada verso sud, con alcune soste come la bella spiaggia di Waihi beach che meriterebbe più tempo se il cielo fosse meno nuvoloso.
Taupo sorge su un bel lago ed è un’altra meta molto amata dai vacanzieri.
Il piccolo porticciolo, con gli altezzosi cigni neri che vagano tra le barche, si trova accanto ad una spiaggia
Fuori città, c’è una zona geotermale. Le pozze di fango in ebollizione creano un’atmosfera lucubre, ma decisamente affascinante
La strada da Taupo a Napier scorre tra paesaggi delicati di verdi colline
Basta lasciarsi andare lentamente, seguendo il percorso panoramico. Sulla strada si trovano alcune deviazioni che portano a belle scoperte. Le cascate Waikato e Huka Falls sono splendidamente inserite in un contesto di natura esplosiva.
La cittadina di Napier è diventata il rifugio privilegiato di pensionati in cerca di vivacità. Un tragico terremoto (il 3 febbraio 1931) l’ha distrutta: circa 40 km quadrati si trovarono addirittura catapultati al di sotto del livello del mare. Ma il centro di Napier venne completamente ricostruito, in stile art deco. Malgrado una parte degli edifici sia stata distrutta negli anni ‘70-90 per costruire case più moderne, quelli conservati le fanno onore: Napier e Miami Beach (in Florida) sono considerati i due paesi il cui stile art deco è meglio conservato.
La cittadina vanta Ristoranti per ogni palato
Ed una spiaggia lunghissima
Nei dintorni aziende vinicole, tra queste la Te Mata Estate, la più antica del paese
Per ora vi lascio qui, ma vi invito, a breve, a leggere la seconda (e ultima parte) del mio viaggio nella Nuova Zelanda del Nord. Andremo in ridenti cittadine un po’ fuori dal classico circuito turistico, poi in un meraviglioso ambiente naturale dove vivono le otarie, poi in una immensa zona termale ed infine, alla ricerca della cultura maori.
stay tuned!
6 risposte
Che meraviglia!
Molto interessante….
Si, è interessante, ma ora sono al Sud ed è ancora più bello. Molto più selvaggio ed una natura incontaminata. A presto
Questo tuo racconto è veramente molto interessante, oserei dire che, con tutti gli altri, sarebbe da rendere a mò di libro!
Infine un mio inciso aneddotico, quando avevo 20 anni e viaggiavo moltissimo (sui libri!) mi aveva colpito il fatto che la Nuova Zelanda avesse 3 milioni di abitanti e 100 milioni di pecore; ora da quello che tu scrivi gli abitanti sono diventati 5 milioni e le pecore 50 milioni; cosa sarà mai successo in questi cinquant’anni a questi poveri ovini? 😊😊😊
Grazie 1000, Tiziano del tuo commento. Queste sono le soddisfazioni più belle della condivisione attraverso la scrittura. Per quanto riguarda le pecore…tutti i ristoranti propongono il Lamb…sarà perché oggi si mangia di più? Battuta sarcastica, naturalmente!
che bello vedere questi posti fantastici grazie ai tuoi blog! Grazie per la tua disponibilità a condividerli, è bello poter essere anche solo idealmente con te. Continua a farci sognare !!
Grazie Laura, che bel commento! Sono felice quando riesco a trasmettere le mie emozioni. Il mondo è pieno di belle sorprese. Un grande abbraccio.