“L’isola è un buco nell’acqua, riempito di terra” (Anonimo). In questo caso aggiungerei… un giardino, sperduto in quel luogo che, in passato, era una speranza in caso di naufragio.
L’arcipelago delle Azzorre e’ composto da nove isole principali, e si trova a circa 1.500 chilometri a ovest della costa portoghese (di cui fa parte): le isole sono una delle regioni ultra periferiche dell’Unione Europea. La distanza con la costa del Nord America è di circa 2400 chilometri.
Ho trascorso una settimana a Sao Miguel, la più grande, una vera chicca, felicemente sperduta in mezzo all’Atlantico. Grazie al suo clima mite, ai paesaggi vulcanici e verdissimi, alle acque termali naturali, ai voli diretti con alcune città importanti, anche oltreoceano (New York e Boston, tra altri), l’isola e’ una destinazione popolare per i turisti.
A proposito di clima, i capricci del cielo creano un paesaggio sempre diverso: se in alcune zone sembra di essere nella verde Irlanda, tra pascoli e spigolose rocce a picco sul mare, a poca distanza si arriva in Islanda, con sabbia e pietre nere e caldere brontolone. Poco più avanti ti catapulti dall’altra parte dell’Oceano, a Rio Grande do Sul del Brasile, con mini foreste pluviali. E poi, è come fare una passeggiata nei più bei giardini botanici del mondo: i cigli delle strade profumano di ortensie blu, rosse e viola e zenzeri ornamentali gialli.
Ponta Delgada e’ una splendida capitale, nata come piccolo porto nel XV secolo, ma ingrandita velocemente. Oggi, il suo centro storico è pieno di edifici bianchi con bordi in basalto nero, adagiati su lastricato di bei sanpietrini, un mix interessante di modernità e tradizione.
La « Porta della città » è il simbolo del paese: tre archi in stile neoclassico, costruiti in pietra basaltica scura. Dietro, l’iconica chiesa di Sao Sebastião.
A questo proposito, le chiese saranno ovunque sull’isola: in ogni villaggio (e anche fuori), i luoghi di culto testimoniano una grande devozione religiosa da parte della popolazione.
Sul lungomare di Ponta Delgada, sorge il forte di Sao Bras, costruito nel 1552 in difesa dei pirati, comuni nell’Atlantico in quel periodo. All’interno c’è un museo
Questo è il municipio
e questo il Mercado Municipal
Le Azzorre sono un luogo perfetto per chi ama il buon cibo. Pesce fresco, carne allevata sulle verdi colline, formaggio eccellente, sono solo alcune delle sorprese dell’isola. A questo proposito, in città c’è il Principe del Formaggio (O Principe dos Quesos), una vera boutique di prodotti locali: vi consiglio la prima colazione con il formaggio fresco. Ma, naturalmente, ci sono formaggi di varie stagionature.
Moltissimi ristoranti propongono le specialità del paese. Tra le mie preferite, il polpo 🐙 ed il baccalà, entrambi in varie ricette
Alcuni ristoranti sono vere istituzioni e preparatevi ad una lunga coda prima di avere un tavolo
Questa è A Tasca a Ponta Delgada, un’ottimo posto per provare la cucina locale.
Nella prima periferia della città c’è un museo decisamente particolare, l’ « Arruda Pineapple Plantation » o museo dell’Ananas. Qui tutto è legato alla coltivazione dell’ananas, un’importante tradizione dell’isola di Sao Miguel.
Nelle serre in vetro si possono osservare le fasi dell’ananas; ogni serra è dedicata ad uno stadio di crescita, dalla piantagione dei germogli fino alla maturazione del frutto.
E, alla fine, vi consiglio una sosta dolcissima al bar, dove potrete gustare molte delizie con l’ananas
Si possono anche comprare liquori all’ananas
Sempre in periferia, si trovano molte spiagge di sabbia scura
Per girare l’isola, oltre naturalmente ai tanti tour guidati, si può affittare un’auto o uno scooter (come abbiamo fatto noi), il mezzo perfetto per gironzolare anche negli angoli più remoti di una terra di 62 chilometri di lunghezza e massimo 16 km di larghezza.
Partiamo da Ponta Delgada in direzione est. Appena fuori città, si ha il primo assaggio di un paesaggio che sarà il leit motiv dell’isola: meravigliose colline con le sfumature dei verdi che appaiono come quadri, con in lontananza il blu del mare.
La strada è come attraversare un giardino: le ortensie blu (simbolo del paese), costituiscono vere e proprie pareti, uno spettacolo unico, che madre natura regala nel periodo della fioritura, da maggio ad ottobre.
A poco più di 30km dalla città, un luogo fiabesco appare all’improvviso: il lago Furnas ed i suoi riflessi, un altro quadro di Monet.
Intorno, belle case di vacanza si affacciano sullo specchio d’acqua che da’ serenità.
Poi, all’improvviso, l’idillio si ferma : la forza nervosa ed irritata del suolo si esprime con fumarole e piccoli geyser, che sputano acqua bollente. Qui non si può toccare nulla, solo osservare la potenza di una natura ribelle.
Ma l’uomo possiede una grande fantasia: ed ecco che l’acqua bollente si trasforma in una specie di forno, dove vengono cotte carni e verdure. Il « cocido das Furnas » e’ una sorta di bollito o stufato di carni e verdure a cottura lenta, sottoterra: i profumi ed i sapori che si sprigionano ne fanno una delizia del luogo.
Prima di un lauto pranzo, vi propongo le meravigliose terme di Poca da Dona Beija, un parco termale dove vi potete immergere in vasche a 39 gradi, in mezzo ad una vegetazione rigogliosa. I colori giallognoli e aranciati sono dovuti all’alta concentrazione di minerali: la pelle ringrazia!
Vicino a Ribeira Grande, un verde intenso su terrazze perfette indica che siamo nella zona delle piantagioni di the. Gorreana The Factory è un’azienda che produce the dalla storia secolare ed è la più antica piantagione in Europa datata 1883. Visita libera e degustazione sul posto.
I paesaggi suggestivi continuano
Ed i villaggi che si attraversano sembrano usciti da una fiaba
Per gli amanti dei bagni in mare e della tintarella, è d’obbligo una sosta. A Sao Miguel non ci sono spiagge bianche, e agosto è decisamente affollato, perché è periodo di vacanza anche per i locali.
Questa è Ribeira Grande
La costa occidentale di Sao Miguel, e’ piena di villaggi interessanti, come Ribeira Grande, Mosteiros e Ginetes. I paesi sono tranquilli, silenziosi,
Un cartello vieta il transito alle mucche
Tra rocce arroganti appaiono calette pittoresche e piscine naturali dove vivere attimi di pura gioia
Un bel faro
E ancora paesaggi, dove la natura è la padrona
E’ ora di andare nel posto più famoso dell’isola, Sete Cidades, il cratere di un vulcano addormentato che ha dato origine ad un lago, anzi due, collegati da un ponte: Lagoa Verde e Lagoa Azul . Ci sono molti punti panoramici, il più spettacolare è senz’altro « Vista do Rei ».
Quello che vi appare è un’opera naturale sorprendente. I due laghi hanno colori diversi, uno verde, l’altro azzurro: la leggenda parla delle lacrime di uno struggente amore impossibile, una principessa ed un pastore, che, non potendo vivere liberamente il la loro passione, hanno versato le lacrime del colore dei loro occhi, l’azzurro del pastore ed il verde della principessa, che hanno formato i due laghi.
I punti panoramici sono molti, con scorci diversi, non solo secondo il luogo ma anche in base agli orari e la posizione del sole. Le Azzorre sono un paradiso per chi ama camminare e moltissimi sono i sentieri in mezzo ad una natura materna.
Sul lago si può andare in kayak e sulle sponde ci sono anche piste ciclabili.
Dietro la meravigliosa « Vista do Rei » , sorge un vero e proprio mostro. Il Monte Palace era un sontuoso Hotel a 5 stelle aperto nel 1989 e chiuso due anni dopo, per mancanza di profitti. Il « belvedere migliore delle Azzorre » è oggi un edificio abbandonato ed in gravissimo stato di degrado .
Gironzolando con lo scooter, davanti agli occhi si aprono distese di verde, punteggiate da paciose mucche al pascolo, profumate ortensie, cirri bianchi e cieli azzurri.
E poi si incontrano i contadini locali, gentili e felici di scambiare un sorriso con i turisti.
all’interno dell’isola, a sud est di Sete Cidades, si trova la Lagoa do Fogo, un lago vulcanico a circa 600 metri sopra il livello del mare, situato all’interno di una caldera formatasi durante l’eruzione del 1563. La riserva naturale protetta ha sentieri escursionistici che permettono di esplorare l’ambiente naturale incontaminato.
La settimana è passata, troppo velocemente.
Sarà difficile dimenticare le increspature azzurre nervose del mare, i verdi intensi delle piantagioni da the, i blu accecanti delle ortensie profumate, gli azzurri ed i verdi, colori così intensi, che raramente ho visto in altri posti. E se hai paura dei capricci del clima, pensa ad uno dei proverbi del paese: « se il tempo non ti convince, aspetta mezz’ora »
5 risposte
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Grazie Lauretta. Rileggendoti ho ritrovato perfettamente la bellezza e l’unicità delle isole Azzorre. Sai descrivere molto bene un luogo e sai andare in profondità. Meravigliose le foto.
Io, mio marito e nostro figlio siamo rimasti una settimana in piú. Se dovessi tornare ti consiglio di andare durante le festività, molto sentite, dello Spirito Santo con i suoi meravigliosi tempietti a Lui dedicati, le corride (incruente) e le touradas a corda. Ecco un link per approfondire.
Un’altra meravigliosa esperienza che ti consiglio sono i Whale watching con ex balenieri e l’interessante museo delle baleniere.
Per quanto riguarda il cibo, non abbiamo per nulla apprezzato il famoso cocido, insapore, troppo asciutto ma la sua preparazione, come scrivi tu, è veramente unica. Per la prima volta nella nostra vita, a nostra insaputa, abbiamo mangiato il pesce murena, gustoso ed insolito. Aspetto con interesse il resoconto del tuo prossimo viaggio. Dove sarai diretta?
Tempietti Spirito Santo
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.lastampa.it/viaggi/mondo/2014/05/29/news/lo-spirito-santo-alle-azzorre-si-festeggia-col-pane-1.35760239&ved=2ahUKEwjqzrCpqNSIAxUI8LsIHXY9LT4QFnoECBwQAQ&usg=AOvVaw31Q2Evn4BMke1U6HbP6zQ4
Cara Lorella, grazie dei preziosissimi suggerimenti. Avrei amato un Whale Watching ma era il periodo sbagliato (il migliore è in primavera): adoro vedere gli animali nel loro habitat. Un’occasione in più per tornare in questo luogo dove si respira serenità e la vera saudade. Ora sto preparando due viaggi decisamente impegnativi: a breve parto per il Niger ed il Burkina Faso. A presto