Giappone (seconda parte ) Nikko, Kanazawa e Kyoto

Nikko sorge a centoquaranta chilometri a nord di Tokyo . La città della luce del sole, patrimonio dell’Unesco, è detta anche la città dei templi, immersi in un parco naturale. Proprietà di una famiglia di shogun (i comandanti dell’esercito), questo territorio testimonia la presenza di Ieyasu Tokugawa all’inizio del 1600. Qui ci sono 103 strutture sacre intorno a due santuari shintoisti ed un tempio buddhista. Questa grande testimonianza dell’architettura tradizionale nipponica richiama molti turisti, soprattutto locali.

 

 

 

Tra le stranezze del luogo ci sono il gatto che dorme

 

le tre scimmiette intagliate in un santuario di legno, nelle tre note posizioni. Le linee guida di una vita corretta e serena sono: « non parlare al diavolo, non guardare il diavolo e non ascoltare il diavolo». In realtà la massima deriva dal confucianesimo cinese, ma qui, per uno strano gioco di parole, entra nella cultura del paese. In giapponese  « non vedo, non sento, non parlo » si traducono con « mizaru, iwazaru, kikazaru ». La radice… « Zaru » significa anche scimmia .

 

 

 

Una camminata tra i boschi ed il profumo di muschio, in un’atmosfera intrisa di quella cultura che ha il suo fulcro nel buddhismo, rappresentato da un complesso di edifici sacri di grande bellezza.

 

 

 

 

Prima di lasciare Nikko giratevi a guardare il bel ponte Shinkyo. Il ponte, con la parte inferiore di colore nero e quella superiore rosso vermiglio con piccole placche dorate sul corrimano, è considerato uno dei tre ponti più belli del Giappone. Fu costruito nel 1636 e, fino al 1973, solo l’imperatore e la sua corte potevano attraversarlo, oggi chiunque lo può fare,  pagando un biglietto.

 

 

Il modo migliore per viaggiare in Giappone è avere il JRPass, un abbonamento ai treni ad alta velocità. Gli Shinkansen sono dei meravigliosi oggetti dalla forma affusolata, che corrono lungo le rotaie come frecce. Puntualissimi, molto puliti, comodi e silenziosi: ho adorato spostarmi per tutto il paese con queste meraviglie tecnologiche. Un veloce treno 🚅 sfreccia tra Tokyo e Kanazawa. Dal momento in cui è arrivato,  ho potuto osservare l’efficienza degli addetti alle pulizie, che con grande professionalità, hanno pulito perfettamente l’interno del treno in tre minuti esatti.

 

Ci vorranno due ore e trenta minuti per arrivare a Kanazawa,  una città a misura d’uomo, ma un vero concentrato di Giappone tradizionale.

Il distretto pedonale di Higashi Chaya, vi farà immergere in un’atmosfera senza tempo, tra antichi edifici in legno. Oggi, molte di queste case sono state trasformate in sale da tè, o negozi di souvenir.

 

 

 


Ma la magia del luogo è dovuta anche ai turisti nipponici che percorrono i vicoli in abiti tradizionali.

 

 

 

 

 

 

 


Ci sono anche alcune case di geishe (che si dilettavano in danze e canti tradizionali), che si possono visitare. Ho visitato la casa Ochaya Shima. A Kanazawa le geishe sono chiamate Geiko o Geighi. Ochaya, letteralmente casa da tè, era invece il luogo dove il cliente abituale (di classe elevata), veniva intrattenuto dalle geiko mentre beveva
🍶 sake’. Tutte le camere erano al primo piano mentre l’alloggio della proprietaria ed il camerino delle geiko erano al piano terra. Le pagine di “Memorie di una Geisha” (di Arthur Golden), prendono forma: i tatami disposti in ordine preciso, le delicate pareti di carta, gli strumenti musicali, mancano solo loro, le eteree fanciulle dai larghi, coloratissimi kimono e quel trucco che sembra voler nascondere una certa timidezza.

 

Ma Kanazawa ha anche altre attrattive: lo splendido mercato coperto Omicho, espone prodotti ittici di prima qualità. Dalle ostriche, ai granchi, ai gamberoni: molti prodotti possono essere acquistati e consumati sul luogo. L’ordine e la pulizia incantano.
I giapponesi sono i numeri uno del take away, tutto meravigliosamente confezionato con bustina di ghiaccio per tenere il pesce al fresco e salvietta umidificata per pulirsi. La confezione stessa ha un’apertura precisa ed efficace, senza dover ricorrere a forbici o coltelli. Basta un leggero strappo nell’angolo della busta, così ben sigillata per preservare l’aroma, ed è tutto pronto per l’assaggio. 

 

 

Il castello di Kanazawa sorge su una piccola altura. Ricostruito dopo guerre ed incendi, francamente mi ha molto deluso.


 

 

Ho invece apprezzato il vicino giardino Kenrokuen, con laghetti, pini (cui sono attaccate delle corde dette yukizuri, che servono a proteggere i rami dalle abbondanti nevicate) e gli alberi di ciliegio, che cominciano a fiorire, anche per la gioia delle coppie che arrivano per una romantica foto o le amiche che cercano un set fotografico. 

 

 

 

 

Ma questa è anche una zona famosa perché restano alcune case dei mitici samurai.

 

La casa della famiglia Nomura è una storica residenza, nel quartiere di Nagamachi. I Nomura erano una ricca famiglia di samurai che servirono dal 1600 il clan Kaga che governò la città fino a metà del XIX secolo. Con l’inizio del periodo del regno illuminati (Meiji dal 1868 al 1912) la famiglia cadde in rovina e dovette vendere le proprietà. Fortunatamente un ricco uomo d’affari la comprò, la restaurò e la donò alla città di Kanazawa, che decise di aprirla al pubblico.

 

 

L’Hotel Manten è un’ottima sistemazione, con la sua colazione tipica giapponese (solo per  gli amanti del salato, come me) e con un onsen, un bagno termale, dove rilassarsi. Vi parlerò dei meravigliosi onsen più avanti, quando andrò in un vero centro termale.

 

 

Ed eccomi su un altro 🚄 Shinkansen direzione Kyoto.


Kyoto rappresenta la mia idea del Giappone, anzi dell’estremo Oriente, la tecnologia più all’avanguardia che sposa la tradizione più intima, i grattacieli e la foresta di bambù, e,  in sottofondo,  la delicatezza e la malinconia dei libri di Banana Yoshimoto. Ma anche gli stonati karaoke e gli assordanti, pazzi pachinko (dove la gente si gioca la pensione con macchinette mangiasoldi decisamente strane), ed il passato, con i suoi silenti templi e santuari.

Nella periferia della città sorge Arashiyama, un altro Patrimonio dell’Umanita’.

Il Tenryu-ji Temple, risale alla fine del 1300 e fa parte del ramo Zen del Buddhismo.

 

 

Poco oltre, si entra in un ambiente ovattato. Consiglio di chiudere gli occhi un istante, fare pochi passi e riaprirli, per iniziare a vivere quell’esperienza onirica e serena di un’immersione nella foresta di bambù. Loro, le alte piante dal fusto sottile e perfetto, quasi si toccano, lassù, in alto (fino a 30 metri), a creare una sorta di bozzolo, dove si percepisce immediatamente la sensazione di calore e protezione. La luce solare filtra con delicatezza. Una passeggiata splendida, ma attenti alla folla, che potrebbe togliere gran parte della poesia. Per questo sono tornata qualche ora dopo, quando una parte di turisti era partita.

 

 

 

 

 

 

 

Poco più avanti una fantasiosa variante di “foresta”, la versione in “kimono”

 

 

Arashiyama è piena di sorprese: oltre il fiume, dove piccole barchette trasportano romantiche coppie per un giretto in mezzo alla natura, c’è un percorso, in salita, tortuoso, di circa un’ora.

 

 

La strada è in mezzo ad una foresta, che porta ad una radura,  che è l’habitat dei macachi. Mi piace osservare le loro espressioni così umane:

stupore,

 

 

sbadiglio

 

 

Spulciamoci

 

Meditazione

Attesa

“ora potresti anche perdonarmi” o “ dovresti smetterla di fare l’offeso”

 

 

Il quartiere di Gion, a Kyoto, è ancora uno dei pochi luoghi rimasti (con Kanazawa), dove le geishe conducono la loro attività. Ma non è così facile vederle. E, quando appaiono, all’improvviso, nella strada, con il loro passo corto e veloce, guardano dritto, senza distrazioni. Solo quando sentono qualcuno intorno che vuole fotografarle, allungano il passo e si nascondono dietro la prima porta che trovano. E così la loro figura continua ad essere enigmatica e piena di interrogativi senza risposta.

 

 

Ma Kyoto è anche proiezione verso il futuro: ammirate lo Sky Walk della stazione della metropolitana.

 

 

 

 

Tra i monumenti storici dell’antica Kyoto, altro bene protetto dall’Unesco, è il Kinkaku-ji o Tempio del padiglione d’oro, lo splendido reliquiario di Rokuon-ji. Anche se l’edificio attuale è stato ricostruito tra gli anni 1987 ed il 2003, la struttura è di grande impatto visivo,  anche perché gli ultimi due piani sono ricoperti di foglie d’oro puro. Il tutto è circondato da un laghetto con isole e pietre che, secondo il Buddhismo, rappresentano la storia della creazione.

 

 

Poco più avanti sorge il tempio d’argento (Ginkaku-ji) o tempio della misericordia splendente, interamente in legno. Qui si trova un giardino di roccia  zen. 


Una bella passeggiata è il Sentiero del Filosofo, conosciuto come Tetsugaku no Michi. In un contesto di paesaggio naturale, il percorso si snoda lungo il canale del lago Biwa per circa due chilometri. È dedicato al famoso filosofo del ventesimo secolo Nishida Kintaro, che era solito fare la sua passeggiata meditativa giornaliera proprio in questo luogo.

 

 

Ma le bellezze di Kyoto non sono ancora finite.

Ora che sto scrivendo sono già partita dal Giappone, e, sembra strano, ma già mi mancano tutte quelle cose che non avevo mai considerato così importanti: anche i torii, i portali rossi che portano ai santuari shintoisti. Non sono credente, ma mi sono sentita avvolta da quel senso di pace percorrendoli, un senso di protezione, forse perché dislocati in mezzo ad una natura complice. Ed ecco che luoghi come il Fushimi Inari diventano magici. Un percorso in mezzo ad un verde che rilassa, tra canti di uccelli e cricri lievi. E quei portali che ti circondano, creando una via dal colore rosso arancio acceso, che potrebbe essere la via dell’Amore. In realtà Inari, Dio del riso, oggi è il protettore dei commerci, e, nel Giappone, ci sono migliaia di santuari scintoisti dedicati a lui. 

 

 

 

 

 

Il parco è famoso anche per le statue delle volpi, dislocate un po’ ovunque.

 

 

 

Tradizionalmente, si pensa che le volpi siano i messaggeri di Inari e per questo vengono raffigurate in vari modi. Ed ora vi devo  raccontare la parte meno romantica dei torii di Fushimi Inari. In realtà questi portali sono costruiti per aziende o commercianti che ne ordinano e pagano uno, perché, così facendo, Inari garantirà loro successo in affari. Per noi occidentali è difficile capire che quelle scritte sulle colonne verticali dei torii altro non sono che i nomi delle aziende sponsor. Ma nulla toglie all’atmosfera magica del luogo.

Certo, non sarete  soli a percorrere il lungo tunnel, perché questo è uno dei luoghi più turistici del paese.

La visita dei templi continua con il tempio Byodoin, che fa parte del Patrimonio dell’Umanita Unesco, tra i monumenti storici dell’antica Kyoto. Circondato dall’acqua, il santuario buddhista è accessibile da un bel ponte. 

 

Hygashiyama è uno dei più famosi quartieri di Kyoto. Viene detto anche “la montagna dell’est”, poiché si trova su un’altura.

 

 

 

 

 

Con le sue case caratteristiche e la sua bella pagoda, ecco le foto da cartolina, complice anche la fioritura. 

 

 

 

 

I giapponesi amano le maschere, sia per uso decorativo sia durante le feste celebrative. Ogni maschera ha un significato ben preciso. Ci sono molti banchetti e negozi che le vendono

 

 

 

Anche i ventagli sono molto amati

 

Kiyomizu-dera è un altro patrimonio Unesco. Una serie di templi buddhisti che fanno parte degli antichi monumenti della città, alle pendici di un monte, costruiti su palafitte, con splendidi giardini. 

 

 


 

 

Il Nishiki Market è uno spettacolo per gli occhi ed il palato. In questo mercato coperto, sfilano le meraviglie della cucina giapponese: ostriche, delicate tempure di pesce, granchi, spiedini di polpo e sashimi, questo è uno dei più bei luoghi di Street food mai visti.

 


Adoro la cucina giapponese ed ho deciso di dedicare una parte del mio prossimo racconto al cibo locale.  

Devo purtroppo lasciare Kyoto, che mi ha incantata, ma anche la mia prossima tappa sarà molto interessante, seppure in un contesto decisamente diverso.

Vi aspetto per la terza parte di questo intenso viaggio in Giappone. Andremo ad Hiroshima, poi ad Osaka, ed infine a Sapporo, nella lontana penisola di Hokkaido. Infine, prima di volare verso le isole del sud del paese, vi delizierò con le bontà culinarie.

A presto

 

 

6 risposte

  1. Thank you for taking me on your trip around Japan, seeing it through your camera lens
    There are some very fine photos here
    Did you find the streets/markets busy ?
    What were the Japanese people like, how did they treat you as a tourist ?
    What was your accomodation like ? (Hotel, AirBnB, B&B)
    When was this trip ?
    I can never find a date
    Did you have a guide ?

    1. Hi Derrick, I was in Japan last month,till 9th April. I think it’s a perfect period, weather is nice (not cold, and not too hot as in summer). People are the most friendly ever met: they are happy to help you and talk since they love Europe! I was first with an Italian group,and we had a tour leader, but then I travelled alone, it’s very easy and all very well organised.I stayed in Hotels, but also in hostels (very clean, many with tiny single rooms but very cozy). The food for me is the n.1 in the world. And it’s very safe: you can walk alone even in the night without any problem. The very touristic places are crowded but other places aren’t. I loved Japan. Don’t hesitate to contact me directly if you need further information.

  2. Sei riuscita a rifarmi viaggiare di nuovo per il Giappone, fantastico ed enigmatico paese ! Grazie.
    E complimenti per le belle foto e i racconti.
    Un abbraccio
    Federica

    1. Grazie Federica, del tuo commento. Sono contenta se sono riuscita a trasmettere le sensazioni che ho provato in questo paese, che, come dici tu, è straordinariamente enigmatico. Un abbraccio

  3. Absolument extraordinaire le Japon … mais grâce à toi … tu es respectueuse des lieux que tu visites , précise dans tes descriptions jamais ennuyeuses , et aussi pour avoir suivi d’autres voyages …sincère … quant tu aimes tu aimes …
    Bacioniii merciii

    1. Merci beaucoup pour ton commentaire qui me touche beaucoup. Je suis heureuse d’avoir transmis mes émotions dans ce pays unique et extraordinaire.

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